Recovery Fund, Merkel richiama l’Italia: all’orizzonte c’è il Mes

La cancelliera tedesca, a La Stampa, invita Roma a considerare i 37 miliardi del Salva-Stati, Conte replica: "A far di conto per noi ci pensiamo no"

Massima stima reciproca, ma meglio evitare l’argomento conti. E lo prova la replica del premier Conte, decisamente più lapidaria delle altre volte. Al presidente del Consiglio non sono piaciute le parole della cancelliera tedesca Angela Merkel, intervistata da La Stampa, e dispensatrice di consigli al nostro Paese sulle strategie da adottare in merito ai dispositivi pensati dall’Europa per superare la crisi post-Covid. Recovery Fund in testa: “Il fondo di solidarietà, il Recovery Fund, non può risolvere tutti i problemi, ma non averlo rafforzerebbe il problema. Una disoccupazione troppo forte in un Paese può avere un effetto esplosivo. I pericoli per la democrazia sarebbero a quel punto maggiori”. Per questo, è l’invito di Merkel, “l’Italia pensi ad attivare il Mes”.

Il nodo Salva-Stati

Dichiarazioni che a Palazzo Chigi non sono piaciute. E la replica, durante la conferenza stampa sulla riapertura delle scuole, arriva proprio dal premier Conte: “Sul Mes non è cambiato nulla rispetto alle opinioni della Merkel, ma a far di conto per l’Italia ci sono io, con il ministro Roberto Gualtieri, i ragionieri dello Stato e i ministri. Ci stiamo predisponendo per un Recovery Plan italiano che presenteremo a settembre”. L’invito della cancelliera tedesca è abbastanza chiaro: dare il là all’Italia sull’utilizzo del fondo Salva-Stati (37 miliardi) e, in quest’ottica, osservare da un’altra angolazione l’atteso voto del prossimo 17 luglio sul Mes. Per il momento, Conte non scopre il fianco: “C’è stata una riunione in cui con i rappresentanti della maggioranza abbiamo iniziato a ragionare sul ventaglio di possibilità per i prossimi provvedimenti… Ci aggiorneremo la prossima settimana”. Ora come ora, il percorso già attivato è quello del Sure.

L’invito di Merkel

Il punto, secondo Merkel, è che “non abbiamo messo a disposizione degli Stati strumenti come il Mes o Sure perché restino inutilizzati”. E questo anche in un’ottica semplice: “Perché l’Europa democratica sopravviva deve sopravvivere anche la sua economia”. Per questo la cancelliera non si rivolge solo all’Italia ma anche alla schiera dei Paesi cosiddetti frugali, ai quali invia un nuovo messaggio spiegando di essere al “lavoro per convincere questi Paesi, che per ora accettano i crediti e rifiutano gli aiuti”. Trattative che, per sua stessa ammissione, non saranno facili e soprattutto non saranno brevi. Merkel però mantiene un cauto ottimismo: “Ciò che fa bene all’Europa faceva bene e fa bene anche a noi… La chiave per il successo consiste nell’amministrare bene le risorse e incrementare la convergenza nell’Ue”.