Natale, card. Pizzaballa: “Implorare la conversione dei cuori”

Quest'anno quello in Terra Santa sarà un Natale diverso e si pregherà per la pace e il perdono

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Gerusalemme © neufal54 da Pixabay

Ieri nella chiesa di san Salvatore a Gerusalemme si è tenuta la liturgia penitenziale. A celebrarla il cardinale Pierbattista Pizzaballa che ha invitato a chiedere perdono al Signore ricordandoci anche di tutti i peccati che si stanno compiendo contro i fratelli e le sorelle di Terra Santa. Ha continuato ricordando che Papa Francesco, in occasione dell’anno francescano, ha concesso un’indulgenza plenaria straordinaria per tutti coloro che fino al 2 febbraio 2024 si recheranno in chiese francescane per pregare davanti alla natività.

Implorare la pace

“Mentre nella Terra Santa le popolazioni continuano a vivere giornate drammatiche e violente, sentiamo il bisogno di rivolgerci ancora a Dio per implorare la pace e la conversione dei cuori. Quando chiediamo perdono a Dio ricordiamoci di chiedere perdono anche per i peccati che si stanno compiendo contro i fratelli e le sorelle di questa nostra terra”. Lo ha detto il cardinal Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, durante la liturgia penitenziale che si è svolta ieri a Gerusalemme, nella chiesa di san Salvatore, per iniziativa del parroco, fr. Amjad Sabbara, e della comunità parrocchiale in occasione degli 800 anni del “Natale di Greccio”. A riferire oggi la notizia è il sito della Custodia di Terra Santa.

Un’indulgenza plenaria straordinaria

Come è noto, infatti, Papa Francesco ha concesso un’indulgenza plenaria straordinaria legata all’anniversario della comunità francescana, rivolta a coloro che fino al 2 febbraio 2024 – secondo quanto stabilito dalla Penitenzieria Apostolica – andranno a visitare le chiese tenute dalle famiglie francescane in tutto il mondo e sostando in preghiera davanti ai presepi. “Nonostante i problemi che stiamo vivendo dobbiamo anche esprimere la nostra gioia e la nostra gratitudine – ha continuato Pizzaballa –. Il momento di penitenza racchiude in sé anche la gioia: perché portare a Dio le nostre fragilità, riconoscere i nostri peccati significa fare esperienza del Suo perdono e della Sua misericordia, di cui tutti abbiamo bisogno”.

Fonte: Angesir