Mes, trovata l’intesa: l’Eurogruppo sblocca l’impasse

Sì ai finanziamenti, prestiti per la sanità da restituire in 10 anni. Conte: "Tradurre in realtà il segnale politico sul Recovery Fund"

L’annuncio arriva dai canali Twitter di Bruno Le Maire, ministro delle Finanze di Francia: “Accordo raggiunto all’Eurogruppo su una linea di credito da 240 miliardi di euro per gli Stati che lo desiderano, per soddisfare le esigenze di finanziamento legate al Covid”. In pratica, via libera al Mes, linea che “sarà operativa dal primo giugno”. A renderlo noto, di fatto, è stato anche colui che ha presieduto l’Eurogruppo odierno, Mario Centeno: “Non tutti i Paesi hanno la stessa potenza di fuoco. Per questo noi dobbiamo garantire condizioni di parità… Tutti i Paesi dell’area dell’euro saranno in grado di trarre il 2% del loro Pil in prestiti a condizioni molto favorevoli e con scadenze lunghe. I prestiti avranno una durata media massima di 10 anni. Il tasso d’interesse che una Nazione dovrà sopportare è marginalmente sopra lo zero”. L’unica “condizione”, la destinazione dei soldi alla sanità.

Misure straordinarie

Un accordo che, per l’Italia, sembra costituire una base di partenza. Nel corso del suo intervento allo State of the Union, infatti, il premier Giuseppe Conte ha insistito sul fatto che “la sfida cruciale è quella di tradurre in realtà il segnale politico sul ‘Recovery Fund’, prima che sia troppo tardi per le economie e per la società del nostro continente. L’impatto economico della crisi da Covid-19 è gigantesco e drammatico, come le previsioni economiche europee ed internazionali confermano”. Ecco perché, ha detto il presidente del Consiglio, “l’Europa deve agire senza ulteriore indugio per avviare la ripresa economica”. Il punto, secondo Conte, è che “se non adottiamo e attuiamo rapidamente una risposta europea coordinata basata sulla solidarietà, sul coraggio, su misure straordinarie all’altezza della sfida senza precedenti, sarà lo stesso progetto europeo ad essere in gioco”.

Gentiloni: “Strumento importante”

Parole importanti quelle utilizzate dal premier italiano, specie alla vigilia di una ricorrenza importante come i 70 anni dalla Dichiarazione di Schuman: “Le sfide nella crisi attuale sono una ripresa tempestiva e piena delle economie europee interconnesse, il Mercato Unico – che è un pilastro fondamentale dell’Unione Europea – e le catene di valore che sono al cuore dell’industria europea. Dipendiamo tutti gli uni dagli altri e dobbiamo tutti fare affidamento gli uni sugli altri”. Ora, comunque, la palla passa agli Stati membri, che avranno tempo fino al dicembre 2022 per attivare la linea di finanziamento: “Io non faccio il consigliere del governo italiano – ha detto il Commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni -, ho lavorato molto perché  questo strumento fosse disponibile senza condizionalità e con delle caratteristiche che lo rendono particolarmente interessante per Paesi che hanno tassi di interessi piuttosto elevati e tra questi c’è l’Italia. Poi si tratta di una decisione politica, c’è il governo per questo”.