Sarà sepolto oggi stesso Diego Armando Maradona. Una richiesta della famiglia del Pibe, che riposerà nel cimitero Jardin de Bella Vista, a pochi chilometri da Buenos Aires, dove solo pochi anni fa erano stati inumati i suoi genitori, Diego e Dalma. Una folla immensa ha già visitato la Casa Rosada, sede della presidenza argentina e, per l’occasione, della camera ardente del campione. La veglia per El Diez sarebbe dovuta durare tre giorni. Si prolungherà invece solo fino alle 16 locali (le 20 in Italia), dopodiché verranno celebrati i funerali e avverrà il trasferimento al Jardin. Un via vai praticamente incessante, fin dalle primissime ore, per salutare l’uomo che fu, con il pallone fra i piedi, uno dei simboli dell’Argentina. A rendergli omaggio, assieme ai suoi familiari, praticamente tutta la città di Buenos Aires. E anche tante stelle del calcio argentino, dagli ex compagni della vittoriosa spedizione mondiale dell’86 ad altri grandi giocatori dei decenni successivi, da Martin Palermo a Carlos Tevez.
L’onore della camera ardente alla Casa Rosada fu concesso al presidente Néstor Kirchner, nel 2010. Proprio Maradona, assieme alla vedova Cristina Kirchner, con cui strinse un legame di amicizia, si recò alle esequie del leader argentino. Il governo ha già decretato tre giorni di lutto nazionale per omaggiare colui che, in sé, ha incarnato appieno lo spirito dell’Argentina. Dai rioni di Buenos Aires alle vette del calcio internazionale, durante quella che fu la sua prima vita. Quella che oggi si ricorda. Un giorno di lutto cittadino è stato proclamato anche a Napoli, la seconda città della sua vita. Qui raccolse i suoi trionfi più grandi, portando i partenopei a traguardi mai raggiunti fin lì. A guida di un gruppo fatto di grandi giocatori e animato da un presidente che con il suo acquisto entrò definitivamente nella storia del calcio italiano.
A Napoli, intanto, sale la pressione dei tifosi azzurri affinché lo stadio San Paolo venga intitolato a lui. Il più grande di tutti per la città, che ha ritirato la sua maglia numero 10 e fatto di lui un mito. Nei luoghi simbolo della città è stata organizzata una veglia, con striscioni, sciarpe, magliette e ricordi. L’omaggio della città che in un certo senso lo aveva adottato. E dove Maradona vide molto di sé e della sua storia.
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