Inflazione record, mai così alta dal 1983. Le stime preliminari dell’Istat

Bisogna risalire a giugno 1983 per trovare una crescita su base annua dei prezzi del carrello della spesa superiore a quella di ottobre 2022

Il prezzo di moltissimi beni sta aumentando, per ragioni diverse: alcuni a casa della guerra in Ucraina, altre per via di presunte speculazioni. Altri beni, come i generi alimentari, stanno aumentando per via dell’aumento dell’inflazione. L’Istat ha scattato una fotografia della situazione del nostro Paese, con un lieve ritocco al ribasso delle stime preliminari per quel che riguarda l’inflazione. Il dato acquisito per il 2022 è pari all’8% per l’indice generale. 

Inflazione record dal 1983

L’Istat ha ritoccato al ribasso anche le prime stime sui prezzi del cosiddetto carrello della spesa di ottobre che restano comunque su livelli record mai registrati dall’83. A ottobre, beni alimentari, per la cura della casa e della persona sono aumentati da +10,9% a +12,6% (+12,7% precedente stima) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto da +8,4% a +8,9%. “È necessario risalire a giugno 1983 (quando registrarono una variazione tendenziale del +13,0%) per trovare una crescita su base annua dei prezzi del carrello della spesa superiore a quella di ottobre 2022” commenta l’Istat.

L’inflazione acquisita per il 2022 è pari all’8%

L’Istat ritocca al ribasso le stime preliminari dell’inflazione del mese di ottobre. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, ha registrato un aumento del 3,4% su base mensile e dell’11,8% su base annua (da +8,9% del mese precedente). La stima preliminare era +11,9% su base annua e +3,5% su base mensile. L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +8,0% per l’indice generale e a +3,7% per la componente di fondo. “È necessario risalire a marzo 1984 (quando fu +11,9%) per una variazione tendenziale dell’indice generale NIC superiore a +11,8%” commenta l’Istat diffondendo i dati definitivi sull’inflazione di ottobre”. La forte accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve soprattutto ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +44,5% di settembre a +71,1%) sia regolamentati (da +47,7% a +51,6%) sia non regolamentati (da +41,2% a +79,4%), e in misura minore ai prezzi dei beni alimentari (da +11,4% a +13,1%), sia lavorati (da +11,4% a +13,3%) sia non lavorati (da +11,0% a +12,9%), e degli altri beni (da +4,0% a +4,6%). Rallentano invece i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,7% di settembre a +5,2%).

Su base annua accelerano i prezzi dei beni (da +12,5% a +17,6%), mentre rallentano di poco quelli dei servizi (da +3,9% a +3,8%); si amplia in misura marcata, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -8,6 di settembre a -13,8 punti percentuali). L‘aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi dei beni energetici non regolamentati (+28,3%), ai Beni energetici regolamentati (+20,0%) e in misura minore a quelli degli alimentari non lavorati (+2,4%), degli alimentari lavorati (+1,6%), dei beni non durevoli (+0,7%) e dei beni durevoli (+0,6%); in calo invece, a causa per lo più di fattori stagionali, i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,7%) e dei servizi relativi ai trasporti (-0,8%).

L'”inflazione di fondo“, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +5,0% a +5,3% e quella al netto dei soli beni energetici da +5,5% a +5,9%. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta del 3,8% su base mensile e del 12,6% su base annua (da +9,4% nel mese precedente); la stima preliminare era +12,8%. L‘indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento del 3,3% su base mensile e dell’11,5% su base annua.

Fonte Ansa