Inchiesta sui camici in Lombardia, anche Fontana tra gli indagati

Il governatore della Lombardia coinvolto nell'inchiesta sulla fornitura di mezzo milione di euro in materiale medico da parte della società Dama spa, gestita dal cognato Andrea Dini

Ci sarebbe anche il nome del governatore della Lombardia, Attilio Fontana, fra gli indagati della Procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta sulle forniture Dama. Un’indagine che riguarda almeno mezzo milione di euro (513 mila per l’esattezza) di camici e altri dispositivi di protezione disposti dalla società gestita da Andrea Dini (cognato del presidente lombardo) e della quale la consorte di Fontana detiene il 10%. Un’iscrizione nel registro degli indagati che sarebbe avvenuta a seguito dell’interrogatorio di Filippo Bongiovanni, dg dimissionario della centrale di acquisti della Regione Aria Spa, il quale risulta indagato per turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, così come lo stesso Dini. Bongiovanni, in particolare, avrebbe riferito ai pm che sia la Regione Lombardia che la sua centrale acquisti, hanno agito in stato di necessità quotidiana nelle fasi più complicate dell’emergenza coronavirus, fronteggiata dalle strutture regionali con sforzi ed impegno.

L’inchiesta

Più nel dettaglio, la questione riguarda la fornitura di 75 mila camici, assegnata il 16 aprile scorso proprio dalla centrale acquisti regionale. Assegnazione che, tuttavia, secondo gli inquirenti sarebbe avvenuta in conflitto d’interessi, vista l’appartenenza della società al cognato del governatore e alla presenza di sua moglie con una quota azionaria. L’ordine, a seguito dell’intervento della trasmissione Report, sarebbe poi stato trasformato in donazione in data 20 maggio. Parte di quei camici (circa 25 mila), mai consegnati al Pirellone, secondo i magistrati sarebbero stati oggetto di una tentata rivendita da parte della società gestita da Dini. A un prezzo però maggiorato: 9 euro l’uno, contro i 6 proposti da Aria.

Fontana, le dichiarazioni di giugno

Una vicenda sulla quale Fontana si era espresso all’inizio del mese di giugno, spiegando che “dalla Regione non è stato eseguito nessun pagamento per quei camici e l’intera fornitura è stata erogata dall’azienda a titolo gratuito. Non sapevo nulla della procedura attivata e non sono mai intervenuto in alcun modo”.