Fase 2, pronti al 4 maggio: cosa si può e non si può fare

Visite ai congiunti, seconde case e rientro nel proprio domicilio da diverse regioni: il governo risponde alle Faq

Meno di 24 ore alla prima fase della ripartenza, quella della convivenza con il coronavirus e del tentativo primario di riportare un minimo di normalità nella vita di tutti i giorni. Certo, restano i divieti, le restrizioni e tutte quelle variabili che, fino a oggi, hanno reso poco chiari alcuni passaggi chiave dell’ultimo Dpcm governativo. L’esecutivo ci ha provato a diradare i dubbi, attraverso la strategia delle risposte alle Faq (le domande frequenti) sul sito del governo. In tale sede, qualche chiarimento necessario: a chi si potrà far visita, dove sarà possibile recarsi, quanto si potrà uscire e via dicendo.

I congiunti

Prima e decisiva questione: far luce sui famigerati “congiunti” citati dal premier in conferenza stampa. La risposta arriva nel formulario delle Faq: i coniugi, i partner conviventi, i partner delle unioni civili, le persone che sono legate da uno stabile legame affettivo. E ancora, i parenti fino al sesto grado (come, per esempio, i figli dei cugini tra loro) e gli affini fino al quarto grado (come, per esempio, i cugini del coniuge). Niente visite agli amici, su questo il governo non transige. Sia perché non rientranti negli “stabili legami affettivi”, sia per evitare un avanti-indietro nelle varie case. Pratica peraltro vietata anche negli spostamenti per far visita ai parenti, le quali dovranno essere dettate solo da una necessità (ad esempio una visita alla nonna, sola da due mesi) e svolte in maniera protetta (mascherine, guanti, ecc).

Gli spostamenti

In sostanza, precisano da Palazzo Chigi, “sono consentiti gli spostamenti per incontrare esclusivamente i propri congiunti, che devono considerarsi tra gli spostamenti giustificati per necessità. È comunque fortemente raccomandato limitare al massimo gli incontri con persone non conviventi, poiché questo aumenta il rischio di contagio. In occasione di questi incontri devono essere rispettati: il divieto di assembramento, il distanziamento interpersonale di almeno un metro e l’obbligo di usare le mascherine”. Per coloro rimasti bloccati in un’altra regione, ci sarà la possibilità di tornare a casa: “Il decreto prevede che sia in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza, anche se comporta uno spostamento tra regioni diverse”.

No alle seconde case

Non è chiaro se, nelle prossime ore, verrà stilato un nuovo modello di autocertificazione, visto l’ampliamento degli spostamenti che il Dpcm, seppure solo in parte, prevede. Sulle seconde case non ci sono riferimenti espliciti ma, come riferito dall’Ansa, fonti di governo fanno sapere che lo spostamento verso di esse non rappresenta una necessità. Il che, di fatto, lo esclude implicitamente. In sostanza, come si era capito, non si tratterà di un liberi tutti. E l’invito alla prudenza resta il mantra della prima ripartenza.