La crescita dell’Italia segna +3% rispetto al pre-Covid

Il nostro Paese ha fatto meglio della Spagna (+2,3%), della Francia (+1,8%) e della Germania (+ 0,7%), rileva Cgia Mestre

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Buona performance dell’economia italiana nella ripresa post Covid rispetto al periodo pre-pandemica, migliore di altri Paesi Ue come Spagna, Francia e Germania. Per il 2023 però la crescita dovrebbe assestarsi a +0,7%, al di sotto di quelle spagnola (+2,4%) e francese (+1%). Lo rileva Cgia Mestre.

La crescita

Nonostante il rallentamento dell’economia degli ultimi sei mesi per una congiuntura internazionale molto difficile, l’Italia ha superato meglio dei suoi competitor Ue gli effetti negativi dovuti alla crisi pandemica, dal caro energia e dalla crescita esponenziale registrata dai tassi di interesse. Tra il 2019 (anno pre Covid) e il 2023, l’Italia ha segnato un +3% del Pil, contro +2,3 della Spagna, +1,8 della Francia e +0,7 della Germania. Nel 2023 la crescita in Italia dovrebbe essere del +0,7%, un dato inferiore al +2,4 stimato alla Spagna e al +1 alla Francia. La Germania con un -0,3% sul 2022 rimane in recessione. Lo rileva la Cgia spiegando che la ripresa parte dal turismo, dalla manifattura, dai consumi delle famiglie, da investimenti ed export. Un trend positivo che ad ottobre ha spinto il tasso di occupazione al 61,8% con quasi 23,7 milioni di addetti, un record mai raggiunto in precedenza.

La situazione

I problemi non mancano come povertà, disoccupazione femminile, lavoro nero, tasse, burocrazia, evasione, inefficienza della Pa e debito pubblico che frenano da 20 anni la crescita italiana. Nonostante le chiusure delle attività, i divieti alla mobilità e la contrazione dei consumi provocata dal Covid nel 2020-2021; l’aumento dei costi delle bollette di luce e gas esploso nel l 2022 e l’impennata dei tassi di interesse determinato dalla Bei per frenare il tasso di inflazione che in Italia nell’ultimo trimestre 2022 ha sfiorato il 12%; le misure economiche/sociali degli ultimi esecutivi per mitigare queste difficoltà hanno sortito l’effetto sperato.

Nell’eurozona

Tra i 20 paesi dell’area dell’euro, quelli demograficamente più piccoli hanno registrato le crescite più alte. L’Irlanda ha segnato +33,1%, Malta +14,4, Cipro +14,2, la Croazia +13,4, la Lituania +8,3 e la Slovenia +7,7. Per contro, i paesi più importanti hanno registrato variazioni inferiori all’Italia (+3%):, la Spagna +2,3, la Francia un +1,8 e la Germania +0,7 (media Ue +3,5%).

Le “locomitive” d’Italia

A livello regionale, la Lombardia, rispetto al 2019, è cresciuta del 5,3%, l’Emilia R. +4,9%, la Puglia +3,9, il Friuli V.G. +3,5, il Trentino A.A.+3,4 e il Veneto +3,3. Solo la Liguria e la Toscana non hanno ancora recuperato: la prima deve riprendere 0,8 punti di Pil rispetto al 2019, la seconda 2 punti. A trainare l’economia nel 2023 saranno Lombardia e Veneto dove il Pil è destinato a crescere dello 0,9% rispetto al 2022. Seguono Friuli, Trentino e Lazio tutte con +0,8%, Emilia, Valle d’Aosta, Piemonte e Toscana con un +0,7 %. Ultime Basilicata e Marche con un +0,3%.

Fonte Ansa