L’Oms: “In Italia probabile picco in settimana”. Allo Spallanzani positivi 217 pazienti, 24 in terapia intensiva”

I governatori restano preoccupati. Il Nord chiede misure più stringenti, caos di rimpatri allo Stretto. Domani conferenza delle Regioni e province autonome

Il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus

Questa settimana potrebbe aversi il picco. A dirlo ai microfoni di Radio Capital è Ranieri Guerra, direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Commentando il rallentamento della velocità di crescita come “fattore estremamente positivo”, ha affermato che “in alcune regioni […] siamo vicini al punto di caduta della curva stessa […]. Credo che questa settimana ed i primi giorni della prossima saranno decisivi perché saranno i momenti in cui i provvedimenti del governo di 15-20 giorni fa dovrebbero trovare effetto, efficacia e impatto, quindi quello che ci si aspetta e di veder cadere la curva in maniera più rapida nel giro di questi 5-6 giorni”, ha detto il funzionario dell’Oms.

Roma, diminuiscono i ricoveri

Nuovo bollettino medico dall’Ospedale Spallanzani di Roma dove, come riportato dai medici, sono al momento 217 i pazienti positivi, 24 dei quali in supporto respiratorio. Così si legge nel bollettino medico diramato oggi dall’Ospedale romano. Si conferma il trend di lieve diminuzione del numero di nuovi ricoveri, in parallelo all’aumento del numero di pazienti dimessi o trasferiti in strutture a bassa complessità assistenziale.

Poliziotti con mascherine

Lombardia, Fontana: “Misure più rigorose”

Si dice “speranzoso” in misure più rigorose il governatore della Lombardia, Attilio Fontana:  “Purtroppo non riusciamo a fare un  provvedimento rigorosissimo, prendiamo provvedimenti semi-rigorosi, che aiutano ma rischiano di non essere utili per l’interruzione  completa della circolazione totale del virus. Questo è un un problema, in Cina nessuno usciva di casa ma non possiamo assolutamente replicare quel modello, abbiamo i limiti di una democrazia”. ha affermato a Storie italiane su Rai Uno. Il governatore ha altresì sottolineato come oggi “non siamo in grado di rinunciare  completamente a questi diritti e valori che per noi sono totalmente  irrinunciabili”, specificando che misure più stringenti servono per salvaguardare la vita delle persone: “Questo ‘minimo’ di libertà è il mezzo attraverso cui comunque circola il virus, magari in minor misura” ha puntualizzato.

Piemonte: l’appello a Mattarella

Ha chiesto maggiore unità il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che ha rivolto un appello al Presidente della Repubblica:”L’Italia ha bisogno di sentirsi Paese, di sentirsi unita e soprattutto di capire che usciremo da questo incubo soltanto quando tutti faranno la loro parte a iniziare da ogni persona che può dare il suo contributo restando  chiusa a casa” ha detto il presidente della regione Piemonte, che ieri ha avuto un nuovo, triste rercord di decessi. A Storie Italiane, Cirio plaude al riconoscimento di Conte su misure più stringenti:”In Piemonte lo abbiamo sempre fatto e  continueremo a farlo, da noi gli studi professionali sono chiusi, i cantieri compresi Tav e Terzo Valico sono chiusi, a far la spesa ci  può andare uno per famiglia, non ci possano essere assembramenti più di due persone all’aperto” ha specificato: “Abbiamo un rigore assoluto, continueremo ad averlo e adesso che possiamo anche prevedere sanzioni non ho paura ad applicarle“.

Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini – Foto © La Repubblica

Emilia-Romagna: Bonaccini non guarda ai numeri

Non è fiducioso dei primi segnali in calo il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che reputa ancora troppo esigui per mettersi alle spalle le giornate più buie. “Negli ultimi giorni abbiamo avuto dati che non oso definire ‘migliori’ ma sembra ci sia un rallentamento dei contagi […] Io non guardo questi numeri perché spesso non fotografano la realtà” ha puntualizzato. “Provo a guardare gli accessi ai Pronto soccorso, i ricoverati e i ricoverati in terapia intensiva, che negli ultimi giorni si sono stabilizzati. Ma è troppo poco per avere qualche motivo di soddisfazione” ha detto.

Le Marche si preparano al picco

Ad Ancona sarebbero disponibili cento posti nel nuovo centro di terapia intensiva per l’emergenza da Covid-19 voluto dalla Regione. Un hub necessario per il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, che si aspetta il picco “tra una decina di giorni”. Secondo i dati diffusi oggi dal Gores relativi alla giornata di ieri, i contagi sono cresciuti di 198 unità rispetto ai 667 test eseguiti, per un totale di 2.934 pazienti positivi. Nonostante questo, si osserva un lieve calo per 9 giorni consecutivi.

Calabria, Santelli: “Pochi controlli”

Denuncia pochi controlli negli spostamenti dal Nord al Sud la presidente della Regione Calabria, Jole Santelli che, guardando alla situazione di ingorgo venutasi a creare presso lo Stretto di Messina, dice: “Dev’essere chiaro che chi oggi si trova a Villa San Giovanni in attesa di un imbarco, vi è arrivato perché non sono funzionati i controlli lungo il viaggio dalle città di provenienza […]. È giusto – ha continuato – che lo Stato si assuma le proprie responsabilità e che quindi i nuclei familiari vengano scortati dalla Polizia fino alle residenze siciliane e lì giustamente posti in quarantena”. Le parole di Santelli non vogliono suonare come un braccio di ferro con la Regione Sicilia, ma come un atteggiamento “in cui e’ necessario coniugare legalità e principi di civiltà […]. Sono lieta – ha aggiunto Santelli – che, dopo un pomeriggio di interventi con il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e il collega della Regione Siciliana, Nello Musumeci, si sia arrivati alla messa in sicurezza delle persone più fragili“.

Sicilia, Musumeci: “Emergenza anche sociale”

Si è appellato a un’attenzione verso i più deboli anche il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, che ha annunciato la messa a disposizione di strutture delle Opere Pie siciliane per il trattamento dei pazienti affetti da coronavirus. Su tutto il territorio regionale, sono almeno una ventina le Opere pronte a garantire le proprie strutture per la gestione dell’emergenza coronavirus sia dal punto di vista sanitario sia sociale: “Abbiamo stimato una potenziale ricettività di circa 800 posti” ha affermato l’assessore alle Politiche sociali, Antonio Scavone. L’attenzione dell’Unità di crisi regionale si rivolge anche alle persone senza fissa dimora, che diventano un potenziale pericolo per la loro salute e quella degli altri. “Attualmente, l’Opera pia Palagonia di Palermo riceve 22 persone senza fissa dimora” ha sottolineato l’assessore, specificando che “l’emergenza è certamente sanitaria ma anche sociale“.
Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci