Cambiamento climatico, 559 milioni di bambini esposti a ondate di calore

La situazione attuale e lo scenario dei prossimi anni sono tratteggiati nel rapporto Unicef "L'anno più freddo del resto della loro vita: Proteggere i bambini dall'impatto crescente delle ondate di calore"

© Veronica Houser

Tra gli effetti del cambiamenti climatico ce ne sono alcuni che osserviamo meno ma che colpiscono comunque soprattutto i più deboli, i più fragili, i più piccoli della società e del mondo. Uno di questo effetti sono le ondate di calore, un periodo di tre o più giorni in cui la temperatura massima giornaliera supera del 10% la media locale di 15 giorni,  e i più piccoli in questione sono i bambini.

I danni

Le ondate di calore sono dannose soprattutto per i bambini, perché hanno una minore capacità di regolare la loro temperatura corporea rispetto agli adulti. Più i bambini sono esposti a ondate di calore, maggiori sono le loro probabilità di avere problemi di salute, comprese malattie respiratorie croniche, asma e malattie cardiovascolari. I neonati e i bambini piccoli sono esposti a più alti rischi di mortalità legata al caldo. Le ondate di calore possono inoltre avere effetti sull’ambiente in cui vivono i bambini, la loro sicurezza, nutrizione e accesso all’acqua, sull’istruzione e sul loro sostentamento futuro.

Lo scenario

Oltre 500 milioni di bambini, per la precisione 559, sono esposti ad un’alta frequenza di ondate di calore, mentre 624 milioni di bambini sono esposti a una delle altre tre condizioni di caldo elevato: durata elevata dell’ondata di calore, gravità elevata dell’ondata di calore o temperature estremamente elevate. Lo evidenzia il nuovo rapporto dell’agenzia delle Nazioni unite specializzata nell’infanzia “L’anno più freddo del resto della loro vita: Proteggere i bambini dall’impatto crescente delle ondate di calore”. Se questi sono i numeri dello scenario attuale, durante un anno in cui le ondate di calore hanno superato i record sia nell’emisfero meridionale sia settentrionale, l’indagine rileva che, anche mantenendo livelli più bassi di riscaldamento globale, in soli tre decenni saranno inevitabili ondate di calore più usuali per i bambini di tutto il mondo. Il rapporto stima che entro il 2050, tutti i due miliardi di bambini nel mondo saranno esposti a un’alta frequenza di ondate di calore. Questo indipendentemente dal fatto che il mondo raggiunga uno “scenario a basse emissioni di gas serra” con un riscaldamento stimato di 1,7 gradi nel 2050 o uno “scenario ad altissime emissioni di gas serra” con un riscaldamento stimato di 2,4 gradi nel 2050. A seconda del grado di riscaldamento globale raggiunto, milioni di bambini in più saranno esposti a ondate di calore e temperature estreme. I bambini delle regioni settentrionali, in particolare dell’Europa, subiranno gli aumenti maggiori delle ondate di calore di elevata intensità e, entro il 2050, quasi la metà di tutti i bambini dell’Africa e dell’Asia sarà esposta in modo prolungato a temperature estremamente elevate. Attualmente 23 Paesi rientrano nella categoria più alta per l’esposizione dei bambini a temperature estremamente elevate. Entro il 2050, questo numero salirà a 33 Paesi secondo lo scenario a basse emissioni e a 36 Paesi secondo lo scenario a emissioni molto elevate. Burkina Faso, Ciad, Mali, Niger, Sudan, Iraq, Arabia Saudita, India e Pakistan sono tra i Paesi che probabilmente rimarranno nella categoria più alta in entrambi gli scenari.

Russell (Unicef): “Questo dato potrà solo peggiorare”

Prodotto in collaborazione con la Data Collaborative for Children e lanciato in partnership con la Goodwill Ambassador dell’Unicef Vanessa Nakate e il movimento africano Rise Up, questi risultati sottolineano il bisogno urgente di adattare i servizi su cui i bambini fanno affidamento all’inevitabile impatto del riscaldamento globale. Il rapporto sottolinea inoltre la necessità di continuare a mitigare gli effetti peggiori delle altre condizioni di caldo elevato, per prevenire gli impatti peggiori delle altre misure di riscaldamento,
tra cui ondate di calore più lunghe e più calde e temperature estreme più elevate.
La colonnina di mercurio sta aumentando e così anche l’impatto sui bambini,” ha dichiarato Catherine Russell, Direttore generale dell’Unicef. Già adesso, un bambino su tre vive in paesi che affrontano temperature estremamente elevate e circa uno su quattro è esposto a un’alta frequenza di ondate di calore. Questo dato potrà solo peggiorare. Ancora più bambini subiranno le conseguenze di ondate di calore più lunghe, calde e frequenti nei prossimi 30 anni, minacciando la loro salute e il benessere. Quanto saranno devastanti questi cambiamenti dipenderà dalle azioni che intraprendiamo adesso. Come minimo, i governi devono limitare urgentemente il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius e raddoppiare i fondi per l’adattamento climatico entro il 2025. Questo è l’unico modo per salvare le vite il futuro dei bambini e il futuro del pianeta.”

Nakate: “Shock climatici campanello d’allarme”

“Gli shock climatici del 2022 sono stati un forte campanello d’allarme sul pericolo crescente che si sta abbattendo su di noi”, ha dichiarato Nakate. “Le ondate di calore ne sono un chiaro esempio. Per quanto quest’anno sia stato caldo in quasi ogni angolo del mondo, probabilmente sarà l’anno più freddo della nostra vita. La manopola del nostro pianeta si sta alzando, eppure i nostri leader mondiali non hanno iniziato a sudare. L’unica possibilità è quella di continuare ad aumentare i gradi di attenzione – su di loro – per correggere la rotta che abbiamo intrapreso. I leader mondiali devono farlo alla Cop27 per i bambini di tutto il mondo, ma soprattutto per i bambini più vulnerabili nei luoghi più colpiti. Se non agiranno, e presto, questo rapporto chiarisce che le ondate di calore diventeranno ancora più dure di quanto siano già destinate ad essere”.

Le richieste

L’Unicef chiede ai governi di deve adattare i servizi sociali critici – acqua e servizi igienici, salute, istruzione, nutrizione, protezione sociale e protezione dell’infanzia – per proteggere i bambini e i giovani, e di garantirgli formazione sul cambiamento climatico, sulla riduzione del rischio di catastrofi, formazione sulle competenze verdi e opportunità di partecipare in modo significativo e influenzare le politiche climatiche. L’Unicef Italia ha lanciato la campagna “Cambiamo Aria: la crisi climatica è una crisi dei diritti delle bambine e dei bambini”.