Arabia Saudita, i nuovi paperoni del pallone

Foto di Kelvin Stuttard da Pixabay

Che cosa sarebbe il mondo senza calcio? Se lo chiedono in molti, soprattutto chi il calcio lo vede soltanto dalla tv. In principio fu la Cina a provare a creare, forte del suo potere economico, a portare i grandi calciatori all’ombra della Muraglia. Ma fu un fallimento, mentre l’America poteva giovarsi di investimenti importanti per dare linfa al suo soccer, ma senza le spese folli che accompagnarono i club cinesi. Ma adesso c’è l’Arabia Saudita, meglio definirla inaudita, per le cifre che stanno facendo girare per portare i grandi calciatori sotto il cielo arabo. Emirati e Qatar, hanno fatto da apripista, andando ad acquistare due dei club pià importanti al mondo, Manchester City e Paris Saint Germain, anche se non sempre i soldi (tanti) fanno rima con successi. Chiedere al PSG che dall’avvento di Al Thani, ha vinto solo in Francia senza neppure sfiorare il grande obiettivo europeo, ovvero la Champions. Stesso percorso del City, che c’è andato sempre più vicino, fino a conquistarla nel giugno scorso sotto il cielo di Istanbul.

Ma adesso gli arabi cominciano a fare sul serio. Prima di sono presi il Newcastle due anni fa grazie al fondo Public Investment Fund, capeggiato da Mohammad bid Salmán con un patrimonio netto di 620 miliardi, poi prendendo in mano quattro club sauditi, ovvero Al-IttihadAl-AhliAl-Nassr Al-Hilal. Il sovrano acquista, poi smista i calciatori ai club. In principio, tanto per partire forti, è stato ingaggiato il numero uno al mondo, ovvero Cristiano Ronaldo, inserito nelle fila dell’Al-Nassr, che quest’anno ha visto arrivare altri due grandi interpreti, l’ex Inter Marcelo Brozovic e il colombiano Kevin Agudelo. Rinforzi necessari dopo che è andata a vuoto la prima stagione, con il team di Ronaldo che non è riuscito a vincere il titolo, andato invece all’Al-Ittihad, prossimo team del Pallone d’Oro Karim Benzema. Con lui è arrivato anche lo svincolato N’golo Kanté dal Chelsea. E’ rimasto invece a secco l’Al-Ahli che nel mirino aveva messo l’altra stella Leo Messi che invece alla fine ha preferito continuare a deliziare di calcio gli americani dell’Inter Miami, preferendo il solo della Florida a quello del deserto. Particolarmente caldo.

In Arabia possono permettersi di sognare anche le matricole, viste che l’Al-Ahli, appena promosso nella massima serie, ha portato a termine una campagna acquisti mostruosa, ingaggiando Edouard Mendy, Kalidou Koulibaly e Ruben Neves pagati rispettivamente 18,5, 23 e 55 milioni. Ma in Arabia non importa la collocazione, meglio dire la squadra, visto che i fili del calcio saudita sono messi dal fondo sovrano PIF che avrà in mano ben il 75% di ogni club. Quindi nei vari club saranno inseriti gli uomini che andranno a gestire il club, tutti legati al sovrano. L’obiettivo saudita è chiaro, visto che ci sono da assegnare i prossimi mondiali del 2030 che dopo il successo del Qatar lo scorso anno, inducono l’Arabia Saudita a credere nel progetto e di conseguenza investire. Il vero banco di prova sarà il prossimo mondiale per club, quello del 2025 allargato a 32 squadre, dove i sauditi, forti di un mercato faraonico, vorrebbero portare la loro formazione campione della Lega Saudita, oltre a giocare, per vincere, la Champions League asiatica.

Tutto spiegato nelle cifre, paurose, in corso di investimento. Non ci sono regole particolari, dal momento che ogni squadra Araba può tesserare fino ad un massimo di otto calciatori stranieri, ed ecco perché non passa giorno che dall’Arabia annunciano in pompa magna l’acquisto di una stella. L’ultima in ordine di tempo, è l’ex Lazio Sergej Milinkovic Savic ceduto dal club di Lotito per 40 milioni, mentre al calciatore andranno 20 milioni a stagione per i prossimi tre anni, cifre improponibili dalle nostre parti, anche se la qualità non sarà mai paragonabile a quella europea. Ma il “ratto degli europei” è appena iniziato, perché non passa giorno che non nasce una trattativa, offrendo ingaggi inimmaginabili. Al Galatasaray hanno chiesto Zaniolo, all’Atletico Madrid Morata, un pensierino, e qualcosa di più, è stato per portare in Arabia anche il laziale Ciro Immobile. Si accetta solo per soldi, non certo per carriera. I soldi sono tanti, troppi, che verrebbe da chiedersi come facciano i Sauditi a rispettare il fair play finanziario visto che non hanno limiti di spesa, con ingaggi fuori mercato. Poi, vagli a spiegare che i soldi non fanno la felicità. Non solo calcistica.

Massimo Ciccognani: