Agricoltori, la protesta continua: trattori verso la Capitale

Prosegue la protesta degli agricoltori che, dopo aver occupato i caselli autostradali, puntano ora verso Roma: "Attendiamo 2 mila trattori"

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Foto di Zachary Musser su Unsplash

Attesi 2 mila trattori a Roma, per la nuova manifestazione degli agricoltori, ormai da settimane in protesta contro le normative europee di settore e, nel caso specifico italiano, per richiedere una maggior tutela del Made in Italy. Il percorso lungo la Via Cassia sarà presidiato dalle Forze dell’Ordine.

In viaggio 250 trattori

Sono partiti alle 7 i trattori che si trovavano al presidio, organizzato da Riscatto agricolo, nei pressi del casello Valdichiana dell’A1, in un terreno vicino a un outlet nel Comune di Foiano della Chiana (Arezzo) da dove, per sette giorni, i manifestanti hanno organizzato blocchi temporanei all’esterno dell’autostrada.

Il serpentone di circa 250 trattori – questo il numero dei mezzi dato dagli organizzatori – si è spostato verso la Cassia, via scelta per raggiungere Roma dove si aggregheranno al resto dei trattori provenienti da tutta Italia. Le 17 l’ora prevista per l’arrivo. Il nuovo presidio sarà allestito in zona Nomentana.

Agricoltori verso la Capitale

“Porteremo la nostra protesta nella Capitale – ha detto uno dei portavoce, Salvatore Fais – andiamo avanti in attesa di risposte concrete”. Alla partenza era presente un massiccio servizio d’ordine, con polizia, carabinieri, polizia municipale e uomini dell’Anas. L’ atmosfera è rimasta tranquilla. Gli agricoltori hanno caricato sui trattori cibo e bevande e sono partiti verso Bettolle nel senese per imboccare la Cassia senza alcuna tensione. Nessun disagio per il traffico nella parte aretina.

I rallentamenti si verificheranno lungo il percorso della Cassia, che sarà comunque presidiato dalle forze dell’ordine. Il corteo sarà infatti accompagnato dagli agenti, in particolare dalla Digos.

Attesi 2 mila trattori

“Attendiamo circa duemila trattori per la grande mobilitazione a Roma. Stasera, dopo un incontro in Questura, annunceremo la data”. A dirlo Danilo Calvani, leader del ‘Cra Agricoltori’ che sta guidando la protesta. “Alcuni presidi si sono già formati: a Valmontone, Civitavecchia e Torrimpientra”. E in merito agli agricoltori partiti stamattina dalla Valdichiana spiega: “È un gruppo autonomo, Quando arriveranno a Roma, se vorranno, saremo pronti ad accoglierli”.

A sud di Roma si prepara un quarto presidio probabilmente a Cecchina, oltre a quelli già attivi a Nord della città, a Valmontone, Torrimpietra e Civitavecchia. La data della protesta a Roma, intanto, potrebbe arrivare prima del previsto perché l’appuntamento in questura con il Cra Agricoltori traditi, previsto inizialmente serata, è stato anticipato alle 14,00. Lo ha detto all’ANSA Danilo Calvani, leader del Cra.

Protesta con frutta e verdura

Frutta e verdura prima gettata per protesta e per alzare l’attenzione sulla crisi comparto agricolo, quindi regalata ai cittadini di passaggio in auto, molti dei quali si sono mostrati contenti, accettando di buon grado il dono. “Fate bene a protestare, è anche per il nostro futuro” ha detto un automobilista, solo in pochi non l’hanno voluto. È la forma di protesta attuata dagli agricoltori in presidio da sabato 3 febbraio all’esterno del casello autostradale dell’A1 di Santa Maria Capua Vetere.

La tutela del Made in Italy

Gianni Fabbris, presidente dell’associazione Altragricoltura, leader della protesta afferma che “questo paese ha venduto la sua anima alla speculazione, alla grande distribuzione, che determina prezzi e condizioni che risultano insopportabili per gli agricoltori”.

Vogliamo un made in Italy in cui ci siano dentro prodotti davvero italiani e frutto del nostro duro lavoro. Sono necessarie regole chiare e trasparenti per i controlli sulla filiera. Basta la favoletta che qui va tutto bene – spiega – Il Governo dia risposte ma si ricordi che non è solo questione di soldi, ma di dove questi soldi vanno, anche perché i fondi comunitari dei Pac hanno finanziato la speculazione industriale. Noi non ci fermeremo, i presidi si stanno coordinando, ma non facciamo ammuina né chiediamo le dimissioni del Governo; apriamo tavoli di confronto su crisi e sulla riforma che deve fondere la Sovranità Alimentare e gli interessi comuni di agricoltori e cittadini”.

Fonte: Ansa