Altro boom di ascolti: Baglioni “sfida” Fazio

Sembra davvero funzionare il cocktail sanremese pensato da Baglioni: lasciare spazio alla musica, contando su ospiti quasi prettamente “musicali”, ha colpito nel segno provocando un'ondata di successo che, nonostante il bel tris di Carlo Conti, richiede di scavare fino al 1999 per trovare un Festival di simil share. Con una percentuale del 51,1% (10,1 milioni di telespettatori), la kermesse di Baglioni ha sfiorato il record quasi ventennale di Fazio-Castà-Dulbecco che, sul finire del secolo (e del millennio), aveva toccato quota 54,06%. Numeri che il trio guidato dal cantautore romano (con Favino e Hunziker) tenterà di infrangere durante la serata finale che decreterà il vincitore del 68esimo Festival della canzone italiana. Favoriti, per acclamazione, il duo Moro-Meta, la poesia in musica di Gazzè, l'irriverenza dello Stato Sociale e il tris cantato-cantautoriale Vanoni-Bungaro-Pacifico, oltre all'accoppiata azzecatissima Diodato-Roy Paci. Ma, nel corso della serata dei duetti (e delle ospitate fenomenali di Gianna Nanni e Piero Pelù), di sicuro è emerso un dettaglio che era già chiaro da un po': quest'anno sono davvero tante le canzoni interessanti.

I giovani

Con la quarta puntata in diretta dall'Ariston, è arrivato anche il vincitore della categoria Nuove proposte: Ultimo ha vinto con merito, perché la canzone (Il ballo delle incertezze) è bella e ben interpretata, a metà strada fra un rap (accennato, senza strafare) e un cantato carico di passione e coinvolgimento. Va detto, però, che il secondo classificato (e premio della Critica 'Mia Martini') Mirkoeilcane ha portato sul palco sanremese un piccolo e per nulla scontato capolavoro: il tema dei migranti, affrontato con gli occhi di un bambino, è senza dubbio una scelta coraggiosa in un momento storico nel quale il dramma dei profughi sulla rotta mediterranea impone un quotidiano confronto con una delle peggiori tragedie umane, così tremenda da metterci di fronte a immagini struggenti, che non risparimano nemmeno i più piccoli. Terzo posto per Mudimbi e il suo raggae ironico, meno impegnativo degli altri due brani ma comunque dotato di una certa dose satirica. Ai piedi del podio Lorenzo Baglioni e la sua divertente Il congiuntivo, comunque bravissimi anche tutti gli altri.

I duetti

Menzione a parte per i duetti. Alcuni belli, altri meno azzeccati ma comunque una bella e intensa carrellata di musica (28 canzoni complessive fra giovani e big): bravo Cristicchi ad affiancare il già dotato duo Ermal Meta e Fabrizio Moro, aprendo con un parlato fuori testo che si sposa alla perfezione con il brano impegnativo Non mi avete fatto niente. Qualcosina, senza il supporto dell'orchestra, la perde il pezzo di Gazzè (La leggenda di Cristalda e Pizzomunno) ma davvero qualcosina: la profondità e l'altissima qualità delle parole restano invariate, tra l'altro supportate dal jazz di Rita Marcotulli e Roberto Gatto. Interessante l'affiancamento di Anna Foglietta a Luca Barbarossa per la sua Passame er sale. Bravi anche Annalisa e Michele Bravi, divertente Lo Stato Sociale con il Piccolo coro dell'Antoniano e Paolo Rossi. Ma, per andare su livelli assoluti, merita molto la partnership degli Avion Travel a Enzo Avitabile e Peppe Servillo, così come l'apporto del rapper Ghemon a Diodato e Roy Paci, con il cantante aostano che è forse la vera rivelazione del Festival.