Tagliare il numero dei parlamentari. Se n'è discusso spesso in passato, ora il proposito si avvicina al suo compimento. La Camera ha approvato la proposta di legge costituzionale che taglia il numero di senatori e deputati. I sì sono stati 310 (M5s, Lega, Fi e Fdi), i no 107 (Pd, Leu, +Europa, Civica Popolare), gli astenuti 5 (NcI). Come ricorda l'Ansa, visto che l'Aula di Montecitorio ha confermato il testo licenziato dal Senato, si tratta della prima delle due letture conformi previste dalla costituzione per le modifiche della Carta. La seconda può solo approvare o bocciare il testo senza possibilità di modifiche.
“Oggi facciamo un ulteriore passo verso un risultato importantissimo e per il quale il MoVimento 5 stelle si è sempre battuto. E' innegabile che col taglio del numero dei componenti dei rami del Parlamento non solo si otterrà un risparmio economico senza precedenti, ma si avrà maggiore efficienza e funzionalità dell'attività legislativa“: così in una nota Anna Macina, capogruppo del MoVimento 5 stelle in Commissione Affari costituzionali e relatrice della proposta costituzionale approvata oggi alla Camera. “Grazie alla riforma promossa dal ministro Fraccaro, possiamo finalmente adeguare la nostra Carta Fondamentale alle nuove esigenze della società. Senza tenere in considerazione che questo taglio restituirà ai cittadini la fiducia nei confronti delle istituzioni”.
“Nella XIV legislatura il governo Berlusconi si fece promotore di una riduzione del numero dei parlamentari che poi è diventata punto condiviso del programma di centrodestra. Da qui il voto favorevole di Forza Italia, che è però un 'sì' condizionato”. Così intervenendo in Aula il deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto. “Vigileremo affinché questa riforma non diventi lo strumento per un'ulteriore compressione della capacità del Parlamento di rappresentare il fulcro della democrazia o per fomentare l'antinomia tra popolo e istituzioni. Non accetteremo – ha proseguito – che tutto si riduca a uno slogan da offrire in pasto alla pubblica opinione. Il taglio dei parlamentari non assicura, come qualcuno sostiene, il miglioramento della classe dirigente né l'efficienza delle istituzioni. Va accompagnato da riforme serie e da quella revisione dei regolamenti parlamentari che, inspiegabilmente, ancora latita”, conclude Sisto.
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