“Per Saviano sono razzista, ignorante, sgrammaticato… Se andiamo al governo, dopo aver bloccato l’invasione, gli leviamo l’inutile scorta“. Lo scrive su twitter il leader della Lega Nord Matteo Salvini allegando un video di Saviano in cui critica il segretario del Carroccio per la linea politica sul tema immigrazione.
Parole dure quelle spese dallo scrittore di Gomorra nei confronti della Lega. “È imbarazzante – aveva affermato – il suo linguaggio, sgrammaticato, terrificante. Però a volte bisogna togliersi i guanti e dire che non se ne può più di questo politico improvvisato, che cerca con le affermazioni più banali di attirare la canaglia razzista, esattamente questo. Quando dice ‘aiutiamoli a casa loro’ cose vuol dire? Le Ong, per prima Msf, a casa loro li aiutano, in Africa, ci sono”.
Poi anche un avvertimento: “Ti staremo addosso per impedire che persone come te, e chi ti vota, possano avere ruolo dirigenziale. Lo faremo con strumenti pacifici e democratici ma non ti daremo tregua“.
Quella tra il leader del Carroccio e lo scrittore campano è una polemica che prosegue ormai da diversi mesi. Da un lato il politico che costantemente denuncia l’invasione di immigrati “su cui lucrano le mafie degli scafisti, con la complicità di certe cosiddette Ong”; dall’altro Saviano che non perde occasione per attaccare il leader leghista accusandolo di populismo e razzismo: queste le barricate che li vedono contrapposti.
Interviene anche la Federazione nazionale della stampa. “Il caldo fa male a Matteo Salvini. Dopo aver insultato il capo dello Stato, il segretario della Lega Nord ha pensato bene di prendersela con Roberto Saviano, preannunciandogli la revoca della scorta, nel caso in cui il suo partito andasse al governo. Si tratta di dichiarazioni di inaudita gravità e violenza” affermano in una nota Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi.
“L’assegnazione della scorta a Saviano, come agli altri cronisti minacciati dalle mafia, non è decisa su richiesta dell’interessato e neanche per volontà dei governi in carica, ma è la conseguenza di un reale pericolo per l’incolumità fisica del cronista, valutato da organi terzi. Per questa ragione – concludono – Salvini ha perso l’occasione per tacere: minacciare la revoca della scorta a fine di ritorsione politica significa fare un favore alla mafia”.
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