Salva Berlusconi, il premier smentisce: “Sconterà tutta la pena”

Non accenna a fermarsi la polemica sulla riforma del Fisco del Governo che conterrebbe una norma salva Berlusconi, in grado cioè di permettere all’ex cavaliere di rientrare nell’agone politico nonostante la condanna per il caso Mediaset. L’opposizione e la minoranza Pd hanno aperto il fuoco su Matteo Renzi che ha risposto sulla sua Enews chiarendo che: “Noi cambiamo il fisco per gli italiani, non per Berlusconi. Senza fare sconti a nessuno, nemmeno a Berlusconi, che sconterà la sua pena fino all’ultimo giorno”. Una rassicurazione che, tuttavia, non ha avuto l’effetto sperato. “Sul decreto fiscale propaganda premier indecente – ha detto l’ex viceministro dell’Economia Stefano Fassina, da sempre schierato su posizioni opposte rispetto a quelle di Renzi – La delega fiscale approvata durante il governo Letta ha il fine di eliminare le cause dell’evasione di sopravvivenza e colpire la grande evasione. Mentre per le Partite Iva individuali la Legge di Stabilità innalza i contributi previdenziali dal 28 al 33%, il decreto fiscale premia la grande evasione, anzi più si è grandi evasori più si è premiati. È peggio di un condono”.

La norma incriminata è prevista dall’articolo 15 del decreto, il quale introduce un art. 19 nel dlgs del 2000 sui reati tributari che recita: “Per i reati previsti dal presente decreto, la punibilità è comunque esclusa quando l’importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al 3% del reddito imponibile dichiarato o l’importo dell’imposta sul valore aggiunto evasa non è superiore al 3% dell’imposta sul valore aggiunto dichiarato. Per tali fatti sono raddoppiate le sanzioni”. Disposizione che, se fosse retroattiva, vanificherebbe la condanna di Berlusconi, consentendogli di ricandidarsi. Il giallo riguarda l’autore della norma, Renzi smentisce di essere lui ma dal ministero dell’Economia si continua a puntare il dito contro Palazzo Chigi.

In ogni caso il premier ha fatto sapere “A me non risulta affatto che sia così. Berlusconi ha una condanna definitiva e non mi pare realistico che una nuova legge possa cancellare una condanna passata in giudicato. Ma se davvero dovesse essere possibile sono pronto a bloccare la legge e a cambiarla”. Di diverso avviso il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Sabelli, che dice “di non avere dubbi sul fatto che la non punibilità di applichi anche ai reati di frode e che sia retroattiva”. Il Governo è in imbarazzo, anche perché la norma è stata inserita durante il Consiglio dei ministri del 24 Dicembre quasi di nascosto. Un fatto che aumenta i sospetti di chi vede in questa mossa l’ennesimo frutto del patto del Nazareno.