La Coldiretti ha un nuovo presidente. Si tratta di Ettore Prandini, 46 anni, eletto oggi all'unanimità alla 37esima Assemblea elettiva della confederazione agricola. Laureato in giurisprudenza, bresciano, è imprenditore agricolo di un'azienda zootecnica di bovini da latte e produttore di vino a Lugana. Già membro di Giunta nazionale, è stato finora presidente della Coldiretti Lombardia. L'Assemblea ha eletto inoltre vice presidente Nicola Bertinelli, presidente di Coldiretti E.R, Davide Granieri, presidente di Coldiretti Lazio, mentre è confermato il campano Gennaro Masiello.
Intervistato dall'Ansa, il neo-presidente Coldiretti ha tracciato la linea che intende seguire, coerente con quella del suo predecessore. “Siamo fortemente europeisti, ma vogliamo una Unione Europea che non metta più al centro sistemi produttivi omologati nell'agroalimentare”, ha dichiarato. Prandini si è dichiarato poi “fortemente contrario” al Ceta, l'accordo di libero scambio commerciale tra Ue e Canada perché, ha spiegato, “non protegge tutti i nostri prodotti Dop, tanto è vero che in 5 anni è aumentato il valore dell'italian sounding, le imitazioni delle nostre eccellenze produttive, da 60 miliardi di euro a circa 100 miliardi di euro”. Lo sguardo di Prandini si rivolge quindi al Sud Italia: “Dobbiamo inoltre creare nel Mezzogiorno le nuove forme di sviluppo attraverso lo sviluppo delle infrastrutture dei trasporti, del turismo e dell'enoturismo”.
Intanto la Coldiretti fa la conta dei danni del maltempo dei giorni scorsi: circa 1miliardo in totale a causa di raffiche di vento, nubifragi, esondazioni, trombe d'aria e grandinate. Inoltre nell'ultimo decennio l'agricoltura ha subito un aggravio di oltre 14 miliardi di euro tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne anche a “causa – dice l'organizzazione agricola – dell'incuria e dell'abbandono del territorio determinati da politiche carenti o sbagliate”. Tra i settori maggiormente colpiti dagli ultimi avvenimenti atmosferici, oltre a quello forestale in Trentino, Veneto e Friuli c'è – riferisce Coldiretti – l'olivicoltura: il settore – precisa l'organizzazione – sembra essere quello che ha subito quest'anno più di tutti gli effetti del cambiamento climatico con l'ultima ondata di maltempo.
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