Due mesi, massimo tre, per la demolizione, con l'obiettivo di partire con la ricostruzione “un'ora dopo” l'abbattimento. Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, traccia la road map che porterà alla sostituzione del ponte Morandi (crollato lo scorso agosto) con quello progettato da Renzo Piano. Un'opera che restituirà a Genova un'infrastruttura strategica.
“Abbiamo detto che serviranno un paio di mesi per tirar giù quel che resta del Morandi e forse non è abbastanza chiaro che questi due mesi non devono andare perduti – ha spiegato il governatore al Corriere della Sera -. Noi stiamo lavorando pancia a terra per la ricostruzione e per essere in grado di cominciare un'ora dopo che il ponte sarà realmente abbattuto”. Sui tempi Toti dice: “Anche se i due mesi che dicevo sono realistici, nella peggiore delle ipotesi mi aspetto che la demolizione completa si concluda entro dicembre di quest'anno. Inizio 2019 per avere il progetto del nuovo ponte. Natale per inaugurarlo. Siamo nelle condizioni di poterlo fare”.
“Che nessuno pensi di tenere fermo il cantiere Genova per fare battaglie ideologiche. Sarebbe inaccettabile“, avverte quindi Toti che alla domanda se si riferisca ai Cinque stelle che vorrebbero revocare la concessione ad Autostrade, spiega: “Mi riferisco a chiunque terrà aperta la ferita di Genova anche un'ora più del necessario. Quello che ci serve è la praticità. Al di là di ogni discussione sul futuro assetto del Paese, noi andiamo avanti spediti e lo facciamo con Autostrade che al momento è titolare della concessione. Al tavolo della demolizione e della ricostruzione abbiamo davanti loro, come vuole la legge. Se con nuovi provvedimenti parlamentari dovesse subentrare qualcun altro al posto di Autostrade vorrà dire che si farà carico di quello che troverà già in corso d'opera”. “Sì a collaborazione con Fincantieri – aggiunge – ma non possiamo aspettare il ridisegno delle concessioni”.
Ieri, intanto, gli investigatori della Squadra mobile di Genova hanno consegnato in procura la lista delle parti offese della tragedia: sono 145. Ci sono i parenti delle 43 vittime e i feriti. A questi si aggiungeranno molto probabilmente le 300 famiglie che hanno dovuto abbandonare le proprie case di via Fillak e via Porro, più quelli che sceglieranno di costituirsi parte civile come il Comune di Genova e la Regione Liguria.
La Conferenza episcopale peruviana si è espressa contro la prima causa di eutanasia del Paese…
Sei minatori sono stati estratti miracolosamente vivi dopo 18 ore sotto una frana avvenuta mentre…
Nuova mattanza di poliziotti in Messico, Nazione dove i cartelli narcos hanno messo in campo…
Prosegue la guerra in Medio Oriente. Sono almeno 13 i morti a Rafah, nel sud…
Il presidente ucraino Zelensky ha dichiarato che si stanno discutendo con gli Usa dettagli concreti…
Santa Caterina da Siena, terziaria domenicana, dottore della Chiesa, compatrona d'Italia e d'Europa. Siena, 25/03/1347-Roma,…
Questo sito utilizza i cookies per migliorare l'esperienza dell'utente
Altre informazioni