Odg approvato, Martina: “Restiamo all'opposizione”

La direzione nazionale del Partito democratico ha approvato il documento finale che, di fatto, recepisce la relazione del vicesegretario Maurizio Martina. L'atto finale di una giornata intensa al Nazareno, che ha visto tener banco la relazione del vicesegretario interpretata come punto di ripartenza dopo la debacle elettorale del 4 marzo. Nel voto finale ci sarebbero stati 7 astenuti, i quali apparterrebbero all'area di Emiliano. Come spiegato dal ministro uscente, il Pd resta all'opposizione. A Maurizio Martina, spetterà il difficile compito di guidare il partito verso il nuovo congresso dopo la netta sconfitta elettorale e le annunciate dimissioni di Matteo Renzi.

Sconfitta e sfida

Il ministro non si è nascosto: “La nostra sconfitta è stata netta. Intendiamo rispettare profondamente il voto di tutti gli italiani e saremo coerenti con gli esiti del 4 marzo. Ora tocca a chi ha ricevuto maggior consenso l'onore e l'onere del governo del Paese. Noi continueremo a servire i cittadini, dall'opposizione, dal ruolo di minoranza parlamentare”. Martina si è poi rivolto ai vincitori: “Ora non avete più alibi. Ora il tempo della propaganda è finito. Lo dico in particolare a Lega e Cinque Stelle: i cittadini vi hanno votato per governare, ora fatelo. Cari Di Maio e Salvini prendetevi le vostre responsabilità. Misureremo insieme ai cittadini le vostre coerenze, giorno per giorno, rispetto a quello che avete promesso facilmente e raccontato in mesi e mesi di propaganda senza limiti. Quanto alle presidenze delle Camere, noi richiamiamo le forze politiche, e prima di tutto chi ha vinto, al dovere di garantire che questi ruoli siano affidati a figure autorevoli ed equilibrate in grado di rappresentare pienamente gli interessi collettivi secondo la Costituzione”.

Analisi

Quanto al Pd, non deve cercare “scorciatoie o capri espiatori a una sconfitta netta e inequivocabile che ci riguarda tutti, ciascuno per la propria responsabilità, e da cui tutti dobbiamo imparare molto. Non ho timore a dire che si è realizzata una cesura storica tra le culture fondative della Repubblica e il Paese”. Martina ha poi riconosciuto “la scelta che il segretario (Renzi ndr) ha compiuto dopo il voto, con le sue dimissioni, e voglio ringraziarlo per questo atto forte e difficile ma soprattutto per il lavoro e l'impegno enorme di questi anni”. Alla direzione la “segreteria si presenta dimissionari. Ma io credo sia importante che continui a lavorare insieme a me in queste settimane che ci separano dall'Assemblea. Con il vostro contributo cercherò di guidare il partito nei delicati passaggi interni e istituzionali a cui sarà chiamato. Lo farò con il massimo della collegialità e con il pieno coinvolgimento di tutti, maggioranza e minoranze, individuando subito insieme un luogo di coordinamento condiviso. Chiedo unità. Consapevoli che fuori di qui c'è un'intera comunità che ci guarda, ci ascolta e ci chiede di essere all'altezza della situazione”. Martina ha poi manifestato ottimismo per il futuro: “So che possiamo farcela. So che possiamo lavorare alla nostra riscossa. 'Il successo non è mai definitivo, la sconfitta non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta' diceva Winston Churchill. Ecco, vi chiedo di continuare con coraggio, insieme. L'Italia ha ancora bisogno di noi“.

Delrio: “Il Pd c'è ancora”

“Siamo ancora il secondo partito italiano, staremo uniti”. Graziano Delrio interviene in direzione Pd non mancando di rimarcare il suo ringraziamento a Matteo Renzi per la sua guida e le sue iniziative come segretario dem ma anche per la decisione di lasciare l'incarico dopo il flop elettorale, rivolgendosi poi a colui che ne ha raccolto le redini: “Maurizio Martina, tu ora hai mandato pieno. Grazie per la tua analisi franca e seria. Per ripartire abbiamo bisogno di analisi rigorose come questa. Dobbiamo dire ad elettori ed eletti che il Pd c’è ancora”. Secondo Delrio, “non bisogna vergognarsi di aver detto la verità… Abbiamo bisogno di bussole che ci facciano capire i conflitti che ci sono, devono essere leggibili”.