Nuova fumata nera per la Consulta. Al Csm Balducci e Zanettin

Quattordicesima votazione per la Consulta e ancora nulla di fatto.  E’ arrivata l’ennesima fumata nera per l’elezione dei due giudici costituzionali da parte del Parlamento in seduta comune. Un esito scontato, visto che Pd e Forza Italia, in mattinata, avevano annunciato di voler votare scheda bianca.  Nessun candidato ha quindi raggiunto il quorum richiesto dei 3/5 dei componenti dell’Assemblea, pari a 570 voti. Servirà una nuova votazione. Sono state 655 le schede bianche, su 848 votanti, per la Corte costituzionale. Il che significa che deputati e senatori hanno rispettato in gran parte l’indicazione dei gruppi parlamentari.

Il Partito Democratico, tramite il presidente dei senatori Luigi Zanda e il vicesegretario Lorenzo Guerini, ha confermato anche per la prossima votazione la candidatura di Luciano Violante. Mentre gli azzurri, per bocca del capogruppo al Senato Paolo Romani, insisteranno sul nome di Donato Bruno.

La Corte Costituzionale è l’organo di garanzia costituzionale che deve giudicare la legittimità degli atti dello Stato e delle Regioni, dirimere eventuali conflitti di attribuzione tra i poteri di dette istituzioni e tra le Regioni stesse, ed esprimersi su atti di accusa nei confronti del presidente della Repubblica. Con lo stallo in cui si trova ormai da giorni il Parlamento, è a rischio l’attività ordinaria di Camera e Senato ferma per far posto alle sedute Comuni per le elezioni.

Si sblocca invece lo stallo per il Csm. Paola Balducci e Pier Antonio Zanettin sono stati eletti membri laici del Consiglio superiore della Magistratura, ottenendo, rispettivamente, 521 e 525 preferenze. Su entrambi i nomi c’era l’accordo tra Pd e Fi e l’appoggio di Nuovo Centrodestra, Scelta Civica e Popolari per l’Italia. Movimento 5 Stelle e Lega Nord hanno, invece, votato optato per la scheda bianca.

Il Csm è “Organo di rilievo Costituzionale” (come ha sancito la Corte costituzionale) ed ha lo scopo di garantire l’autonomia e l’indipendenza della magistratura dagli altri poteri dello Stato, in particolare da quello esecutivo, secondo il principio di separazione dei poteri espresso nella Costituzione della Repubblica italiana