Un “no” pesante quello incassato dall’Italia durante il vertice di Tallinn fra i ministri degli Interni dei Paesi Ue, riuniti nella capitale estone per tentare di costruire una nuova strategia a fronte dell’emergenza migranti: la proposta italiana agli Stati membri di aprire i propri porti per l’accoglienza dei rifugiati soccorsi sulla rotta del Mediterraneo centrale è stata bocciata quasi all’unisono (con la Germania aprifila), lasciando gran parte delle responsabilità dell’accoglienza alle autorità italiane, dicendosi disponibili all’aiuto ma non alla presa in carico diretta delle persone. Nel day-after, sulla questione si è espresso anche il segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, durante la rassegna stampa “Ore nove”: “Chi dice che lo Ius soli rovina l’Italia non si rende conto che è una norma di civiltà, non c’entra con la sicurezza. Ma dobbiamo anche dire che ci deve essere un numero chiuso di arrivi, non ci dobbiamo sentire in colpa se non possiamo accogliere tutti. Noi dobbiamo salvare tutti, ma non possiamo accogliere tutti”.
Ok all’accoglienza, quindi, ma con limitazioni sugli ingressi nel nostro Paese. Una presa di posizione che, spiega Renzi, tiene conto delle oggettive difficoltà dell’Italia e, al tempo stesso, della posizione assunta dagli altri Paesi europei durante il vertice di Tallinn, con un occhio alla discussione sul bilancio dell’Unione europea prevista per il 2018 e alle promesse di accoglienza per i migranti: “Se altri Paesi che si sono impegnati ad accogliere non lo fanno, credo sia giusto che l’Italia dica che non contribuirà a pagare 20 miliardi al bilancio Ue. Loro bloccano i porti, noi blocchiamo i fondi, questo non è un ricatto, è una constatazione”.
L’ex premier è tornato anche sulle parole pronunciate dai giorni scorsi da Emma Bonino che, in riferimento agli sbarchi sul suolo italiano, ha attribuito parte della responsabilità al governo democratico di allora: “Siamo stati noi nel 2014-2016 (in pieno governo Renzi, ndr) a chiedere che gli sbarchi avvenissero tutti in Italia, anche violando Dublino – aveva detto l’ex ministro degli Esteri del governo Letta -. Che il coordinatore fosse a Roma, alla Guardia Costiera e che gli sbarchi avvenissero tutti quanti in Italia, lo abbiamo chiesto noi, l’accordo l’abbiamo fatto noi”. Renzi, in risposta alle dichiarazioni di Bonino, ha spiegato che “la posizione dell’Ue non dipende dalla scelta dell’ultimo governo, ma da un regolamento di Dublino poi modificato e reso forte nel 2013 che decide che chi arriva in Ue va accolto dai singoli paesi di primo approdo. Nel 2015 abbiamo fatto un accordo perché anche altri Paesi Ue potessero farsi carico ma è rimasto sulla carta. Gli accordi che hanno segnato il primo approdo dei migranti sono del 2003 e poi del 2013″.
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