“Quello di Renzi è un ricatto politico”. Così l’Ungheria ha replicato alle parole del premier italiano che ieri aveva minacciato di tagliare i fondi europei a quei Paesi, soprattutto dell’Est, che che bloccano i ricollocamenti dei migranti. La risposta di Budapest è arrivata dalla voce del portavoce del premier Viktor Orban, Zoltan Kovacc, citato dall’agenzia di stampa Tanjug. L’Ungheria, ha ribadito, si oppone al sistema di quote per la ridistribuzione dei profughi all’interno dell’Unione europea.
“O siete solidali nel dare e nel prendere, oppure – avrebbe detto Renzi – smettiamo di essere solidali noi Paesi contributori. E poi vediamo”. Un monito, secondo quanto si apprende, apprezzato dai Paesi fondatori, Germania e Francia in testa. E che ha ottenuto anche una sponda dalla martoriata Grecia, con il premier Alexis Tsipras, impegnato a spingere per una accelerazione sui ricollocamenti.
Un gesto destinato a rilanciare una sintonia lungo l’asse Roma-Berlino: una svolta netta se pensiamo che solo a dicembre, l’ultimo Consiglio europeo era stato caratterizzato da un forte scontro tra il premier e la cancelliera Angela Merkel.
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