Non era, quella fascista, la Patria che aveva meritato il sacrificio eroico di tanti soldati italiani. La Patria, che rinasceva dalle ceneri della guerra, si ricollegava direttamente al Risorgimento, ai suoi ideali di libertà, di umanità, di civiltà e di fratellanza”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo a Casoli (Chieti) per le celebrazioni del 25 aprile. “Non fu, dunque, per caso che gli uomini della Brigata Maiella scelsero per sé stessi la denominazione di 'patrioti'. La stessa dei giovani che andavano a morire in nome dell'Unità di Italia“, ha aggiunto. Mattarella ha poi ricordato che dei primi nuclei del movimento di Resistenza al nazifascismo facevano parte “intellettuali, contadini e pastori, militari tornati dal fronte, carabinieri. C'erano antifascisti di lungo corso ed ex militanti fascisti, che si sentivano delusi e traditi. C'era tanta gente semplice, decisa a difendere il proprio territorio dai saccheggi e dalle prepotenze. La riconquista della libertà e dell'onore – ha sottolineato – ne costituiva l'elemento unificante”.
Mattarella, inoltre, ha ricordato Carlo Azeglio Ciampi e il suo impegno nella lotta di liberazione intervenendo a Casoli per le celebrazioni del 25 aprile. Nel 1943, tra i monti dell'Abruzzo, ha affermato il capo dello Stato, si aprirono “i sentieri della liberta'”. “Pastori, cacciatori, guide locali accompagnavano generosamente soldati alleati e italiani, ebrei, fuggiaschi e perseguitati al di là della Linea Gustav, mettendoli in salvo. Tra questi ci fu anche il mio illustre predecessore, Carlo Azeglio Ciampi, in fuga con un suo amico ebreo, Beniamino Sadu'n“.
“La nostra Costituzione, sigillo di libertà e democrazia, come scrisse Costantino Mortati nel 1955, nel decennale della Liberazione, 'si collega al grande moto di rinnovamento espresso dalla Resistenza'”, ha aggiunto Mattarella prima di lasciare Casoli dove era arrivato questa mattina dopo aver visitato in forma privata il sacrario della Brigata Maiella a Taranta Peligna, prima tappa in Abruzzo per la festa della Liberazione.
Prima di lasciare Roma, alla volta dell'Abruzzo, Sergio Mattarella ha passato in rassegna il picchetto d'onore schierato a Piazza Venezia e ha salutato i rappresentanti delle associazione combattentistiche. Presenti le più alte cariche dello Stato, tra cui i neo eletti presidenti delle Camere, Elisabetta Casellati e Roberto Fico, e il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Mattarella, accompagnato dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha assistito all'esecuzione dell'inno nazionale davanti all'Altare della Patria e ha deposto una corona di fiori al monumento del milite ignoto.
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