Martina: “Così rilanceremo il Pd”

Il Partito Democratico è un soggetto politico morto? Sono in molti a crederlo, ma non il suo segretario, Maurizio Martina, che ha convocato per domani, 18 luglio, la prima riunione della nuova Segreteria nazionale. La sede scelta è nient'affatto casuale: la Libreria Booklet Le Torri, nel quartiere popolare romano di Tor Bella Monaca. E' da lì, dalle periferie estreme d'Italia che il Pd vuole ripartire, dopo aver evidentemente incassato l'accusa di essersi trasformato in un partito d'elite, capace di fare incetta di consensi soltanto nei quartieri alti delle città.

Ricominciare dal basso

“E' giusto partire da un quartiere popolare, è l'indicazione della nostra volontà di ricominciare dal basso – ha detto Martina ai cronisti a Montecitorio – .Sarà la prima di una serie di riunioni della Segreteria che si terranno in altri quartieri e territori del Paese. E' il nostro modo di dire che siamo un partito che vuole ascoltare”. Il segretario ha inoltre annunciato che sarà attivato un gruppo di lavoro che discuterà dello Statuto “e delle possibili modifiche”. Poi – ha aggiunto – “terremo una Direzione prima della pausa estiva, e cominceremo a lavorare al Forum che si terrà a ottobre, con un percorso partecipato che coinvolga tutti i circoli”.

La battaglia contro “i nazionalisti”

In un'intervista a Repubblica uscita stamattina, Martina ha parlato anche di progetti di rifondare una sinistra europea (da considerare che ha parlato di sinistra, non centrosinistra). “Dobbiamo rilanciare la sinistra europea partendo dalla frontiera più avanzata, quella del Mediterraneo, per dare una risposta ai nazionalisti, ai Salvini, gli Orban e ai sovranisti dell'Est Europa”, ha detto. “Oggi questo mare è la frontiera europea – ha proseguito -. Frontiera di valori su migranti, cittadinanza, sicurezza, sovranità, politiche economiche. È qui che si gioca la sfida a Salvini e ai suoi amici”. Sottolineando che il progetto di una sinistra europea è aperto a Tsipras in Grecia, a Costa in Portogallo, ai socialisti spagnoli, ai socialdemocratici svedesi e tedeschi, nonché ai riformisti francesi, il segretario Pd ha aggiunto: “Dobbiamo guardare in faccia la destra nazionalista e dire: più umanità, più Europa. Immaginare una cittadinanza europea. Una politica seria per l'Africa. Lanciare un'agenda sociale Ue per la lotta alle diseguaglianze”.