Marò, la Corte Suprema indiana sospende ogni giudizio in attesa dell’arbitrato

Ogni decisione sul futuro dei marò italiani Salvatore Girone e Massimiliano Latorre è sospesa fino a quando il Tribunale dell’Aja non si pronuncerà sull’arbitrato riguardante la giurisdizione tra Italia e India per l’incidente in cui morirono due pescatori al largo del Kerala. Ne ha preso atto oggi la Corte Suprema indiana che ha revocato l’obbligo per il governo indiano di presentare un rapporto trimestrale sulla vicenda. I tre membri del collegio, composto dal presidente della Corte Suprema, Jagdish Singh Khehar, e dai giudici D.Y Chandrachud e Sanjay Kishan Kaul, hanno anche disposto che il governo centrale mantenga informato quello del Kerala sull’andamento dell’arbitrato.

L’Ansa, citando fonti legali, ha reso noto che il presidente della Corte ha constatato che “l’unica cosa possibile da fare è attendere la fine dell’arbitrato dell’Aja”. Una nuova udienza potrà essere richiesta “in presenza di infrazione delle procedure esistenti”.

La sentenza del tribunale dell’Aja, in base alle informazioni circolanti, non dovrebbe arrivare prima della fine del 2018. Sono passati più di cinque anni dall’incidente in cui il 15 febbraio 2012 rimasero uccisi due pescatori che si trovavano a bordo del peschereccio St. Antony al largo delle coste del Kerala. I fucilieri di Marina si trovavano a bordo della petroliera Enrica Lexie in missione antipirateria. Dopo un conflitto a fuoco perché la petroliera riteneva di essere finita sotto attacco da parte dei pirati, la nave fu attirata con l’inganno nel porto di Kochi e quattro giorni dopo i marò furono arrestati con l’accusa di omicidio. Cominciò così un lungo calvario giudiziario, con le autorità di Trivandrum sempre molto ostili ai nostri fucilieri, al punto da opporsi al loro trasferimento in Italia in attesa della definizione dell’arbitrato.