Manovra, il governo chiede la fiducia

Tensione alla Camera nel giorno in cui arriva il testo della Manovra in aula. Dopo le proteste delle opposizioni di questa mattina, nel pomeriggio il governo ha ufficialmente posto la questione di fiducia sul testo. Ad annunciarlo in aula è stato Riccardo Fraccaro, ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta. Il presidente della Camera, Roberto Fico, tra le urla e le proteste provenienti dai banchi dell'opposizione, ha convocato la Conferenza dei capigruppo che dovrà decidere sulla prosecuzione dei lavori. Precedentemente l'aula aveva respinto la richiesta di rinvio in Commissione avanzata dal Partito Democratico. 

Il ricorso del Pd

Proprio il capogruppo al Senato del partito di Martina, Andrea Marcucci aveva presentato questa mattina alla cancelleria della Corte Costituzionale il ricorso che solleva l'ipotesi di un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sull'iter di approvazione della legge di bilancio. L'esame del ricorso verrà affrontato dalla Consulta nella camera di consiglio del prossimo 9 gennaio.

Clima infuocato

Nella giornata di oggi è stata più volte sfiorata la rissa a Montecitorio e i commessi hanno avuto un gran da fare per placare gli animi dei deputati più indisciplinati. Il presidenti Fico ha invitato all'ordine i colleghi. Per il Pd ha parlato il capogruppo del Pd, Graziano Delrio, il quale ha detto: “Il problema è che il governo ha umiliato il Parlamento, non l'opposizione. Lo ha privato di discussioni decisive sulla vita del Paese. Il provvedimento va rinviato in Commissione per parlare“.

Conte

La modalità di approvazione della manovra è stata resa necessaria dalla minaccia dell'esercizio provvisorio, un pericolo concreto che incombe per via dei tempi stretti causati dal lungo negoziato con l'Ue. Il premier Conte, nel corso della conferenza stampa odierna, ha difeso l'iter della legge di bilancio: “Avrei senz’altro avuto piacere di lasciare un più ampio margine di discussione sulla Manovra al Parlamento ma purtroppo non è stato proprio possibile chiudere prima l’interlocuzione con la Commissione europea, grazie alla quale è stata evitata una procedura di infrazione. Era nell’interesse dei cittadini giungere ad un esito positivo del negoziato e questo risultato ha richiesto notevoli energie e anche tempo. Aver concluso questo negoziato mantenendo integre le misure qualificanti del contratto di governo è un successo per la nostra democrazia: è un’iniezione di fiducia per i cittadini perché dimostra che il voto popolare può ancora produrre risultati concreti”.