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MAFIA CAPITALE, ZINGARETTI: “CI COSTITUIREMO PARTE CIVILE”

Il Lazio si costituirà parte civile nel processo su Mafia Capitale che si aprirà il prossimo 5 novembre. Lo ha ribadito il governatore Nicola Zingaretti intervenendo al Consiglio Regionale. “Permettetemi in primo luogo di esprimere il sostegno pieno e il ringraziamento alla Procura di Roma guidata dal dott. Pignatone e – ha esordito l’ex presidente della Provincia di Roma – all’Arma dei Carabinieri che con questa inchiesta stanno svelando un quadro corruttivo drammatico di proporzioni inaudite. Non si tratta di un ringraziamento di maniera e istituzionale. Io non lo credo e non sempre nel dibattito politico italiano si e’ avvertita questa condivisione delle attività tra gli operatori. Per questo alla Procura, ripeto, il nostro ringraziamento e sostegno e gratitudine. Ribadisco qui la scelta di costituirci parte civile nel processo che inizierà il 5 novembre presso il Tribunale di Roma”.

Zingaretti ha anche ringraziato i rappresentanti delle opposizioni presenti in via della Pisana “che in un momento così complesso hanno svolto il loro dovere di critica, anche dura ma corretta nei confronti della maggioranza, com’è giusto che sia. Un’opposizione che è arrivata anche a chiedere le mie dimissioni, richiesta che non condivido ma non demonizzo, e inserisco con rispetto in una dialettica che in democrazia è dovuta in primo luogo da chi ha più responsabilità”.

Il governatore del Lazio, pur avendo sottolineato che nessun membro della sua Giunta risulta coinvolto nell’indagine, ha invitato a non minimizzare quanto sta avvenendo. “Guai a dare una lettura riduzionista – ha affermato – di quanto sta emergendo come ad un fatto improvviso e stupefacente o solo amministrativo”. Non si tratta, ha spiegato, “di un meteorite che deflagra in un giardino pulito” ma dell’affermarsi nella Capitale, e non solo, “di una vera e propria mutazione genetica del concetto stesso di azione politica, troppo slegata dai valori, programmi, tensione etica, e troppo ambigua in un’idea perversa della gestione del potere come beneficio per se stessi. Il potere come opportunità di carriera e arricchimento personale, e sempre meno come opportunità di realizzare progetti collettivi, visioni e speranza”.

Francesco Volpi

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