L’ultimo saluto di Napolitano agli italiani: “Sto per lasciare”

“Sto per lasciare, rassegnando le dimissioni”. Giorgio Napolitano, nel consueto messaggio presidenziale di fine anno ha giocato a carte scoperte, ribadendo la sua volontà di dimettersi dopo la chiusura ufficiale del semestre italiano al Consiglio Ue. “Desidero dirvi subito che a ciò mi spinge l’avere negli ultimi tempi toccato con mano come l’età da me raggiunta porti con sé crescenti limitazioni e difficoltà nell’esercizio dei compiti istituzionali, complessi e altamente impegnativi, nonché – ha spiegato a reti unificate – del ruolo di rappresentanza internazionale, affidati dai Padri Costituenti al Capo dello Stato”. Bisogna quindi tornare alla “normalità costituzionale” e questo significa, ha ammonito il capo dello Stato, procedere subito e “serenamente” all’elezione del nuovo presidente. Sara’ proprio questo il primo passaggio fondamentale nel quale le forze politiche dovranno mostrare “maturita’” e “senso della nazione”. Su questo tasto il presidente ha battuto molto dal suo studio al Quirinale.

Con uno sguardo rivolto al futuro ha cercato di scuotere il Paese da un senso maligno di torpore che lo avvolge spiegando che la reazione alla crisi, alla corruzione e alla criminalita’ deve essere collettiva. Al punto di invocare una resurrezione del Paese come avvenne nel primo dopo-guerra. “Il cammino del nostro paese in Europa, lo stesso cammino della politica in Italia lo determineremo tutti noi, e quindi ciascuno di noi, con i suoi comportamenti, le sue prese di coscienza, le sue scelte. Più si diffonderanno – ha aggiunto – senso di responsabilità e senso del dovere, senso della legge e senso della Costituzione, in sostanza senso della Nazione, più si potrà creare quel clima di consapevolezza e mobilitazione collettiva che animò la ricostruzione post-bellica e che rese possibile, senza soluzione di continuità, la grande trasformazione del Paese per più di un decennio”. Ecco perché “ciascuno deve fare la sua parte” e tutti devono partecipare “con passione, combattività e spirito di sacrificio”.

Insomma, è l’appello finale di Napolitano, non si deve più lasciare “occupare lo spazio dell’attenzione pubblica solo a italiani indegni”. La “stabilita’ politica e la continuià istituzionale” sono fondamentali per battere le “gravi patologie di cui il nostro paese soffre”. A cominciare “dalla criminalità organizzata; da una corruzione capace di insinuarsi in ogni piega della realtà sociale e istituzionale, trovando sodali e complici in alto”. Parole durissime sul sottobosco della politica, sugli scandali di queste ultime settimane che hanno messo in ginocchio la capitale e scoperchiato un “mondo di mezzo” che ha lasciato allibiti i cittadini e ha scandalizzato l’opinione pubblica internazionale. “Sì, dobbiamo bonificare il sottosuolo marcio e corrosivo della nostra società. E bisogna farlo insieme, società civile, Stato, forze politiche senza eccezione alcuna. Solo riacquisendo intangibili valori morali la politica potrà riguadagnare e vedere riconosciuta la sua funzione decisiva”.