L'asse Lega-M5S agita i mercati

Che torve nubi straniere avessero iniziato ad incombere sull'Italia, lo si era intuito il 10 maggio scorso, quando Piazza Affari aveva chiuso in rosso dopo la dichiarazione di Sergio Mattarella, ospite della conferenza The State of the Union, a Fiesole. Dalla bocca del capo dello Stato erano uscite parole tutt'altro che favorevoli all'ipotesi di un governo Lega-M5S, giacché aveva stroncato ogni anelito di sovranità nazionale – cavallo di battaglia giallo-verde – dicendo che oggi “il sovranismo è inattuabile”. E ancora, aveva aggiunto: “Pensare di farcela senza l'Europa significa ingannare i cittadini”.

Spread su, borsa giù

I mercati avevano risposto all'imbeccata del Quirinale tirando giù la borsa italiana e dimostrando così l'avversione dell'alta finanza a Lega e M5S. L'indice di dissenso è tornato alto quest'oggi: mentre le due forze politiche hanno continuato a lavorare alla formazione di un nuovo governo, lo spread è salito sopra quota 150 e la borsa di Milano è arrivata a perdere il 3% per poi recuperare ed attestarsi su un calo di poco inferiore al 2%. Non solo i mercati, le preoccupazioni serpeggiano anche in ambito politico. Silvio Berlusconi, reduce dal vertice del Partito Popolare Europeo a Sofia e appena reintegrato dai magistrati, ha sibilato: “Preoccupazione è la parola che fotografa la situazione attuale – ha detto -. Ciò che accade in Italia desta moltissima preoccupazione in tutta Europa. Io sono molto preoccupato per quello che succede nei mercati, può succedere alle aziende e alle famiglie italiane”.

Salvini: “Mi preoccupa la denatalità, non lo spread”

Preoccupazioni che, tuttavia, non sembrano contagiare Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il capo politico del M5S non ha mancato, ieri, di rispondere per le rime al quotidiano britannico Financial Times, che aveva descritto i due leader giallo-verdi come “nuovi barbari” su Roma. “Ma come vi permettete”, la risposta di Di Maio. Telegrafico via Facebook Salvini: “Lo spread sale? I soliti giochini della finanza, vuol dire che stiamo facendo bene…”. E ancora, nel pomeriggio, il segretario della Lega ha proseguito la sua personale preoccupazione una volta andato al Governo: “Solo 464.000 bambini nati in Italia nel 2017. Il dato peggiore della nostra storia. I giovani scappano, lavorano sempre meno e sempre più tardi. Perdono il sorriso e la speranza di mettere al mondo dei figli. Altro che spread o numeri imposti dall’Europa. Dovrà essere questo il primo risultato positivo del prossimo governo. Tornare a riempire le culle, ridare vita e speranza agli italiani!”.

Sapelli: “La tecnocrazia europea non vuole questo governo”

La questione dell'influenza dell'Europa sull'Italia è stata fomentata anche dalle parole di Giulio Sapelli, l'economista il cui nome era circolato due giorni fa come possibile primo ministro di un esecutivo Lega-M5S. “La verità – ha detto a Lo Speciale – è che ci sono pressioni enormi che arrivano soprattutto dalla tecnocrazia europea che non vuole far nascere questo governo e il centro di queste pressioni, inutile nasconderlo, è il Quirinale“.