La Germania attacca l'Italia

Fa discutere la scelta della Germania annunciata stamani dai media tedeschi di sospendere la sua partecipazione alla missione Sophia nel Mediterraneo, operazione navale nata nel 2015 in seno all'Unione europea per “neutralizzare” i naufraghi in acqua provenienti da imbarcazioni di migranti (quasi 50mila quelli tratti in salvo finora). E a quanto scrive la Sueddeutsche Zeitung (Sz), “il retroscena della decisione è anche la resistenza del governo italiano a far scendere a terra nei porti italiani i profughi salvati in mare”.

L'accusa all'Italia

Ma in queste ore emerge dell'altro. Dal Forum di Davos il ministro della Difesa tedesco, Ursula von der Leyen, punta l'indice verso l'Italia: “Il comando italiano ha spedito la Marina tedesca da quasi un anno negli angoli più remoti del Mediterraneo. Dato che là non ci sono rotte di profughi nè tratte nascoste, da almeno sei mesi noi non abbiamo avuto un compito sensato nel Mediterraneo“: sono dure le accuse che Ursula von der Leyen, ministro della Difesa tedesco, rivolge all'Italia riguardo alla gestione della missione Sophia, l'operazione navale internazionale nata nel 2015 per “neutralizzare” i naufragi in mare dei migranti in fuga. Il ministro tedesco ha aggiunto che “per noi ora è importante che a Bruxelles si chiarisca quale sia il compito della missione”. Tuttavia Ursula von der Leyen ha chiarito che se “la lite” su Sophia verrà risolta, la Berlin (la nave tedesca) potrà “entro dieci giorni” essere di nuovo operativa nel Mediterraneo. a “Berlin” puo' essere dislocata nel Mediterraneo “nel giro di 14 giorni”. Un portavoce del Ministero della Difesa tedesco ha quindi rassicurato gli alleati, sottolineando che rimarranno al loro posto anche i dieci militari tedeschi di stanza presso il quartier generale della missione a Roma. 

Il comando: “Senza Sophia, rischio terrorismo”

“Il rischio di infiltrazioni di terroristi dalla Libia non è provato al momento, probabilmente più da altri Paesi, ma è chiaro che se si perdono le navi militari nel Mediterraneo centrale aumenta il rischio che arrivino non solo migranti“. Lo ha detto il comandante dell'operazione Sophia, ammiraglio Enrico Credendino, a margine del Forum Shade Med in corso a Roma. Credendino ha poi osservato: “Gli scafisti si adattano costantemente a quello che succede, hanno grandi capacità di adattamento. Da quando la guardia costiera libica è molto più attiva il traffico si è spostato dalla Libia al Marocco. Le partenze dalla Libia sono veramente residuali e le imbarcazioni utilizzate sono diverse, anche perchè quelle grandi sono state quasi tutte distrutte”. Sull'operazione Sophia è in atto da mesi una controversia: gli accordi dell'aprile 2015 prevedono che le navi siano sbarcate sempre in Italia, mentre il Consiglio Europeo del giugno scorso ha esortato gli Stati Ue alla piena condivisione di tutti gli oneri relativi ai migranti, finora tuttavia la decisione presa in sede Ue non ha trovato riscontro nei fatti.