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In cattedra per fede

La Chiesa Italiana, “testimone e solidale con la preoccupazione e il disagio in cui versano tanti insegnanti di religione cattolica”, esprime soddisfazione per “l’autorizzazione a bandire, entro l’anno 2020, un concorso per la copertura dei posti per l’insegnamento della religione cattolica”

Un'attesa lunga 15 anni

Dopo aver seguito con attenzione lo svolgimento del dibattito parlamentare, “apprezzando lo sforzo per raggiungere un traguardo desiderato da più di 15 anni”, la Conferenza episcopale italiana rinnova la propria disponibilità a “collaborare all’elaborazione del bando di concorso in dialogo con il ministero dell’Istruzione e con i sindacati, a sostegno degli insegnanti di religione cattolica italiani e per il bene della comunità scolastica“. L’auspicio della Cei è che quello che si apre possa essere un percorso fruttuoso che, accanto all’ascolto delle diverse esigenze e al rispetto per le varie posizioni, “trovi il modo di valorizzare la preparazione e le competenze degli insegnanti di religione, molti dei quali in servizio da tanti anni”.

86% degli studenti

L’insegnamento della religione cattolica, infatti, è una disciplina scolastica molto apprezzata: pur essendo facoltativa, se ne avvalgono più dell’86% degli studenti italiani per il suo carattere culturale ed educativo, capace di accompagnare il cammino di crescita delle ragazze e dei ragazzi di oggi. “Proprio le peculiarità di questa disciplina saranno lo stimolo per costruire un itinerario concorsuale che sappia valorizzare gli insegnanti che, con passione e generosità, si impegnano a superare i problemi quotidiani, ma anche difficoltà dovute ai pregiudizi e a una normativa spesso poco conosciuta- sottolinea la cei-. Alcuni di loro saranno chiamati ora ad affrontare una prova per l’assunzione a tempo indeterminato da parte dello Stato. La legge 159 del 2019 prevede che una quota non superiore al 50% dei posti sia riservata ai docenti che abbiano svolto almeno tre annualità di servizio, oltre che lo scorrimento delle graduatorie per chi ha superato il concorso del 2004, ma non è ancora entrato in ruolo”. E “nel rispetto delle competenze pattizie e delle norme stabilite, i vescovi ribadiscono il loro impegno e la cura per gli insegnanti di religione cattolica e per la loro serenità professionale e familiare”.

Giacomo Galeazzi

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