È passato un mese e mezzo dal voto della Commissione Vigilanza Rai che ha bocciato la nomina di Marcello Foa a presidente dell'azienda. Oggi ancora non si è trovata una soluzione, Viale Mazzini resta senza presidente, con il governo che punta i piedi sul nome del giornalista italo-svizzero, la sinistra che pone il veto e Forza Italia che resta ago della bilancia. Ieri ci sarebbe dovuto essere il nuovo voto, ma il presidente della commissione, Alberto Barachini (Fi), ha rinviato tutto al 19 settembre. Di qui a mercoledì prossimo, il “nodo” potrebbe essere sciolto dall'incontro tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. I due leader hanno in programma di vedersi per intavolare una trattativa più ampia sul futuro del centrodestra, all'orizzonte ci sono, del resto, le candidature alle regionali nonché le nomine, come il vicepresidente del Csm. Il colloquio tra i due potrebbe avvenire domenica.
Se l'apertura di Forza Italia sul nome di Foa appare vicina, resta però la battaglia di pareri legali. Il Pd ha consegnato in Vigilanza il parere negativo dell'avvocato Andrea Del Re, per il quale il doppio voto sarebbe “contrario ai principi di imparzialità e buona amministrazione”, e minaccia battaglia legale. “Il Pd ha scritto una legge e l'ha votata, il principio secondo cui un presidente già votato non possa essere riproposto non compare da nessuna parte”, sottolinea Gianluigi Paragone (M5s). Stessa tesi del leghista Massimiliano Capitanio, che spiega di aver avuto il via libera al nuovo voto su Foa dal Centro Studi della Camera. Sulla questione si è espresso, in un'intervista a Formiche, anche Arturo Diaconale, direttore dell’Opinione già consigliere di amministrazione Rai: “Io penso che il cda possa tranquillamente rivotare Foa perché fa parte, comunque, del cda. Anche se la sua nomina è stata inizialmente bloccata dalla Commissione di Vigilanza, si può ripresentare e poi la Commissione di Vigilanza deciderà a maggioranza se accettare o meno. Non credo che ci siano delle irregolarità o dei motivi che possano impedirlo”.
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