“Il 'capitolo' sui diritti è incompiuto ma storico”

Il Governo è giunto a compimento“. E' quanto afferma il Presidente del Conglio, Paolo Gentiloni, nel corso del suo intervento alla Conferenza stampa di fine anno, svolta nell'auletta dei gruppi parlamentari di Montecitorio. Il Premier ufficializza la “conclusione ordinata della legislatura”. Con ogni probabilità già nel pomeriggio il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, scioglierà le Camere e darà il via al processo che porterà alle elezioni politiche del 2018, elezioni che probabilmente saranno fissate per il 4 marzo.

“Fatto cose importanti per informazione “

Gentiloni tira le somme di un anno di Governo, ricordando quanto fatto per l'informazione in Italia: “In un grande Paese democratico resta fondamentale l'informazione professionale, il mondo dei giornali, delle tv e del web è una parte irrinunciabile e essenziale, il governo ha fatto cose importanti: non solo la riforma dell'Ordine ma anche ha messo parecchie risorse nel settore dell'editoria. Ma ha ragione Verna quando dice che bisogna fare molto di più e ha a che fare con la libertà che si alimenta con tutela della funzione dei giornalisti”. 

“Italia è ripartita dopo la crisi più grave” 

Fa poi il punto sulla situazione economica: “La verità è che l'Italia si è rimessa in moto dopo la più grave crisi del dopoguerra. Dovevamo evitare interruzioni brusche e traumatiche in un momento molto delicato per l'economia italiana e per la nostra società che stava leccandosi le ferite, e riprendendo fiato, in alcune regioni stava rimettendosi a correre. Sarebbe stato grave – spiega -, devastante arrivare a interruzioni traumatiche ed esercizi provvisori. Questa legislatura che tutti definiscono travagliata è stata anche fruttuosa“. E ammonisce: “Non dilapidare gli sforzi fatti fino ad ora deve essere il primo impegno della prossima legislatura, sarebbe da irresponsabili non impegnarsi. Siamo all'inizio di questo percorso. C'è molta strada da fare. Guai a immaginare un futuro di piccolo cabotaggio. Il mio governo era nato un anno fa dopo la sconfitta del referendum, le dimissioni di Renzi e con le difficoltà del Pd, ma non abbiamo tirato a campare”. Quindi dà uno sguardo all'eurozona: “Il mondo resta caratterizzato da contraddizioni molto evidenti tra un contesto economico generalmente favorevole, avete visto i dati della Bce, e contemporaneamente un'imprevedibilità geopolitica senza precedenti”. La crescita italiana nell'anno passato “ha preso un buon ritmo” e oggi viaggia “al doppio delle previsioni di un anno fa“. E “il famoso fanalino di coda dell'Europa non siamo più noi”.  E aggiunge: “Il 2017 è stato l'anno della sconfitta militare di Daesh, una sconfitta alla quale anche il nostro paese ha dato un contributo rilevante con le sue capacità di addestramento e supporto”. Rivendicando poi il successo del Bel Paese nel negoziare con l'Ue le condizioni per i salvataggi delle banche afferma: “Nel fronteggiare la crisi delle banche il governo ha evitato le conseguenze di una crisi disistema, altro che regalare soldi ai mariuoli”.

Deficit dimezzato

Il deficit dell'Italia è “dimezzato” e l'export è ripartito, collocando il Paese fra i cinque maggiori esportatori mondiali. Il Presidente del Consiglio rivendica poi l'importanza del piano industria 4.0 nell'azione del governo perché “la competitività ha bisogno di un'innovazione tecnologica crescente“. E aggiunge: “Vigileremo perché il risanamento prosegua con ritmo necessario ma evitiamo crisi create da regole improvvisate. Le banche italiane un problema? Cerchiamo di non crearcelo da soli il problema, dico io e lo dico anche ai miei colleghi europei“. 

Non solo promesse sulla povertà

“Credo che possiamo rivendicare l'importanza della misura del reddito di inclusione, nel proliferare di promesse più o meno fantasiose prosegue Gentiloni -. Si tratta di una misura universale e concreta che si rivolge ad una parte consistente anche se non sufficiente delle famiglie in condizioni di povertà”. E ancora: “Abbiamo recuperato un milione di posti di lavoro perduti, in maggioranza a tempo indeterminato. C'è poco da rallegrarsi, basti pensare ai giovani, al Sud, al tasso di occupazione generale ancora bassissimo, alle donne, al precariato. Tutto questo ci dice quanto bisogna insistere e quanto ci sia poco da scherzare nei prossimi anni”.

I diritti civili e migranti

Il Premier definisce poi “incompiuto”, ma “storico” il “capitolo sui diritti civili”. “L'anno scorso le unioni civili, quest'anno il reato di tortura, la legge sui minori non accompagnati, la legge sulla violenza nelle donne, il biotestamento. Da 16 anni ne sentivo parlare e sono contento di aver fatto parte dei governi che li hanno approvati”. E sulla questione migranti afferma: “La gestione di questo fenomeno è possibile e l'Italia lo dimostra, con una diminuzione drastica dei morti in mare, perché alla diminuzione di arrivi corrisponde una diminuzione di vittime in mare”. “In sostanza abbiamo dimostrato che c'è una strada seria che si può percorrere, e continueremo a farlo“, sottolinea Gentiloni. Alla diminuzione di arrivi, ricorda il Presidente del Consiglio, corrisponde un minor numero di morti: “Le vittime in mare sono diminuite dalle 4405 del 2016 alle 2832 del 2017”. Ricorda anche l'aumento del numero dei rimpatri, passando dai 1200 dello scorso anno agli oltre ventimila del 2017.

“Governo non tira remi in barca, governerà”

“Il Governo non tira remi in barca, governerà. Ora ci affidiamo a Mattarella, a cui va il mio grazie per ruolo garante. In questo anno è stato fatto un grandissimo lavoro di attuazione di riforme e decisioni fatte dai governi precedenti, in particolare da quello Renzi, che dalla riforma del mercato del lavoro a quella della Pa ha messo in atto un dinamismo straordinario lasciandoci in eredità pacchetti di decreti attuativi molto rilevanti. L'Italia è un Paese ammirato, in crescita e il più in salute nel mondo, ma restano i problemi che vanno affrontati con competenza, serietà e sobrietà. Non c'è dubbio che in Italia abbiamo una sinistra di governo, e credo che possa svolgere un ruolo al servizio di questo Paese anche in futuro, poi saranno i numeri a decidere in che misura ciò possa accadere”. In questa conferenza “penso di aver esattamente dato questo messaggio, un messaggio condiviso dal Pd”. E aggiunge: “Naturalmente oltre a svolgere il mio ruolo fondamentale di presidente del Consiglio sia pure in un contesto di campagna elettorale e di camere sciolte, darò il mio contributo alla campagna elettorale del Pd”. “Le forme e il modo – spiega – le discuteremo insieme. Il contributo ci sarà; non bisognerà mai metterlo in stridente contraddizione con un ruolo che comunque bisogna continuare a svolgere a garanzia della funzione di governo. Ma i governi non sono super partes, fanno riferimento a una maggioranza, ed è normalissimo che chi li guida abbia un ruolo, anche se non è un segretario di un partito”. “Non voglio fare polemica con questo o quel partito, penso che ci sia un interesse generale ad avere una campagna elettorale che limiti per quanto possibile sia la diffusione di paure –  prosegue -, la promozione di illusioni, il dilettantismo. Sono rischi che abbiamo di fronte. Più la campagna elettorale sarà lontana dalla facile vendita di paure e da dilettanti allo sbaraglio, meglio sarà per il Paese”.