DL FALLIMENTI, IL GOVERNO CHIEDE LA FIDUCIA ALLA CAMERA

Il governo ha posto la questione di fiducia alla Camera sul dl fallimenti, all’esame a Montecitorio. L’annuncio è stato dato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi. Il governo ha posto la fiducia alla Camera sulla revisione della disciplina dei fallimenti, all’esame dell’aula di Montecitorio. Lo ha annunciato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi. Nel decreto sono previste in primo luogo disposizioni che, tra l’altro, introducono facilitazioni per l’accesso al credito da parte dell’impresa che abbia chiesto il concordato preventivo; prevedono un nuovo accordo di ristrutturazione dei debiti nei confronti di creditori finanziari; introducono una serie di novità in materia di esecuzione forzata; modificano la disciplina del processo civile telematico. Mentre tra le specifiche disposizioni di carattere organizzativo compaiono, come detto, la proroga della permanenza in servizio dei magistrati (anche quelli onorari e contabili) scaglionando dal 31 dicembre 2015 al 31 dicembre 2016 il collocamento a riposo di quanti, raggiunti i limiti per la pensione, siano attualmente trattenuti nei ruoli, per consentire al Csm di procedere ordinatamente al conferimento degli incarichi direttivi che si renderanno vacanti.

In particolare, la riforma conferma che i magistrati ordinari che alla data del 31 dicembre 2015 avranno compiuto 72 anni dovranno essere collocati a riposo entro la fine dell’anno mentre quelli che, alla stessa data, non abbiano compiuto 72 anni, ma debbano essere collocati a riposo nel periodo 31 dicembre 2015 – 30 dicembre 2016, siano trattenuti in servizio fino al 31 dicembre 2016. Nel decreto compare anche l’abrogazione della prevista riorganizzazione territoriale dei tar; l’ingresso nei ruoli dell’amministrazione giudiziaria di 2.000 unità di personale amministrativo proveniente dalle province e dalle aree metropolitane; l’estensione al processo amministrativo delle disposizioni sulla riduzione del periodo di sospensione feriale dei termini processuali, già previste per il processo civile.

Infine, la commissione Giustizia di Montecitorio ha introdotto una disposizione che riproduce integralmente il contenuto del decreto salva-Ilva con la previsione che l’esercizio dell’attività di impresa degli stabilimenti di interesse strategico nazionale non sia impedito dal sequestro sui beni dell’impresa titolare dello stabilimento, quando la misura cautelare sia stata adottata in relazione ad ipotesi di reato inerenti la sicurezza dei lavoratori e debba garantirsi il necessario bilanciamento tra la continuità dell’attività produttiva, la salvaguardia dell’occupazione, la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro. Si prevede inoltre che l’attività dello stabilimento possa proseguire per un periodo massimo di 12 mesi dal sequestro subordinatamente alla presentazione – entro 30 giorni – di un piano contenente le misure aggiuntive, anche di natura provvisoria, per la tutela della sicurezza dei lavoratori sull’impianto oggetto del provvedimento di sequestro. La previsione si applica ai provvedimenti di sequestro gia’ adottati dalla magistratura al 4 luglio.