Di Maio apre alle alleanze

Tra prospettive di governo ed eventuali intese, il leader del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, traccia la strada elettorale parlando a 'Circo Massimo', su Radio Capital: “Se alle elezioni dovessimo ottenere il 40% – ha detto -, potremmo governare da soli. Se non dovessimo farcela, la sera delle elezioni faremo un appello pubblico alle altre forze politiche che sono entrate in Parlamento presentando il nostro programma e la nostra squadra. E governeremo con chi ci sta”. Insomma, un'apertura a tutti quei partiti che, in caso, appoggerebbero un esecutivo pentastellato qualora non dovesse toccare la soglia del 40%. Il candidato premier, però, esclude totalmente la prospettiva di un Gentiloni-bis, non solo discostandosi da quello che era stato il pensiero di Silvio Berlusconi ma dicendosi “terrorizzato” dall'eventualità.

“M5s unica possibilità”

Al momento, Di Maio non si sbilancia su quella che, in caso, sarebbe la sua squadra di governo. Di sicuro c'è solo una cosa: non ci sarà Alessandro Di Battista, il quale avrebbe espressamente richiesto al candidato di non considerarlo nell'ottica di un ufficio ministeriale. Riserbo, per ora, anche su quali sarebbero le coalizioni verso cui il Movimento si aprirebbe in caso di mancato 40%, pur mostrandosi particolarmente sicuro sulle prospettive di voto: “L’unica possibilità per gli altri partiti è quella di sostenere un governo 5 stelle. Questa legge elettorale era stata progettata per far mettere insieme Pd e Forza Italia. Oggi il Pd è al 20%, Forza Italia al 15%. L’incastro è impossibile. L’unica occasione di stabilità siamo noi. O sostengono noi o si torna a votare”.

Banche e bufale

Più prodigo di informazioni per quanto riguarda temi già affrontati, quali il caso banche: secondo il leader M5s, infatti, “circoscrivere questa vicenda solo a Maria Elena Boschi o Matteo Renzi è riduttivo. Vi sono coinvolti vari uomini dello Stato e a vario titolo, per questo l'ho chiamata Bancopoli. Riprova ne è il fatto che nessuno, a parte noi, stia chiedendo le dimissioni di Boschi”. E ancora, spiega, “il tema vero sono i risparmiatori sul lastrico che hanno perso tutto. Il caso banche e Boschi è la biglia sul piano inclinato che decreterà la fine della Seconda Repubblica. Io come candidato premier mi devo assicurare che tutto questo non accada più”. Una battuta, Di Maio la concede anche sulla vicenda delle fake-news: “E' inutile usare il tema delle bufale per giustificare una sconfitta politica, come quella del referendum. Le vere bufale le hanno introdotte loro”.