Il governo Kurz giura tra le proteste

Inizia ufficialmente il mandato del nuovo governo austriaco, guidato da Sebastian Kurz. Il premier e i ministri hanno, infatti, giurato davanti al presidente Alexander van der Bellen. Centinaia di persone si sono radunate a Vienna per protestare contro l'investitura del nuovo governo di destra. In strada hanno manifestato antifascisti, femministe e gruppi di studenti di sinistra

Programma

Nell'elenco del nuovo esecutivo, con cui Vienna scivola decisamente a destra, caselle cruciali come Interni, Difesa ed Esteri saranno assegnate proprio agli oltranzisti del partito della Libertà autriaco (Fpoe) un tempo guidato da Joerg Haider. Il diritto di asilo verrà inasprito, il ritorno a Schengen è previsto “solo quando le frontiere esterne saranno sicure”, viene promessa più polizia entro il 2020, pene più severe per i crimini sessuali e la violenza. Il pugno duro della destra nazionalista, insomma, nel programma è evidente.

Sì all'Ue

Ma si vieta, per i prossimi 5 anni, il referendum sull'Oexit, l'eventuale uscita dell'Austria dall'Ue, e Vienna assicura lealtà ai partner europei, “nel solco del principio di sussidiarietà“. In programma ci sono poi gli aiuti annunciati per le famiglie, meno tasse, e l'uscita dal carbone. Entro il 2030, l'Austria vuole puntare su un approvvigionamento energetico, che sia basato esclusivamente sulle rinnovabili.

Coalizione

A questo punto nulla sembra ostacolare la strada del giovane Kurz (31 anni), che a maggio si è preso il partito Popolare austriaco (Ovp), cambiando il colore da nero in turchese, e mettendo il suo nome nel logo, verso la cancelleria. Sabato scorso il patto di coalizione – 180 pagine che sono l'esito di 7 settimane di trattative – ha incassato l'approvazione unanime dei leader dei due partiti.

Esecutivo di destra

La preoccupazione che l'Austria diventi una spina nel fianco dell'Ue, avvicinandosi ai Paesi Visegrad, è però quasi esplicita: tanto che van der Bellen ha ribadito che la direzione del governo dovrà essere chiaramente pro-europeista. Kurz, che da ministro degli Esteri della legislatura uscente è riuscito a prendere il potere, virando a destra soprattutto nella gestione dell'emergenza profughi, non ha affatto cambiato linea, dalla vittoria delle elezioni del 15 ottobre. La decisione di affidare gli Interni a uno come Hebert Kickl, mastino del Fpoe, mostra che l'enfant prodige dei conservatori non ammiccava a destra per una temporanea strategia elettorale. Il governo che ha scelto, dopo aver scartato l'ipotesi di consultazioni coi socialdemocratici dell'ex cancelliere Christian Kern – il quale ora annuncia di voler fare una forte opposizione in Parlamento – è a tutti gli effetti un governo di destra, dove l'ultradestra ha una partecipazione quasi paritaria.