CRISI: CRESCONO LE IMPRESE DEL TERZIARIO. MALE IL COMMERCIO ALL’INGROSSO

Segno positivo nel 2014 per le imprese del terziario, che crescono di 11.470 unità. E’ quanto emerge dall’analisi compiuta dall’Osservatorio della Confcommercio sulla demografia delle imprese. Il saldo attivo dello 0,3% è dovuto interamente ai servizi mentre per i negozi, soprattutto nel settore non alimentare, si annovera un nuovo calo. La crescita è il riflesso di andamenti positivi in tutte le ripartizioni, ma in modo particolare nel Centro (+5.879 unità) e nel Sud (+4.659 unità) dove il settore sembra rappresentare la modalità prevalente per avviare un’attività imprenditoriale.

“Pur non mancando opportunità di impresa soprattutto per giovani, donne e immigrati – si legge nel rapporto – gli effetti della crisi di questi anni hanno frenato la capacità espansiva del tessuto imprenditoriale soprattutto del commercio in sede fissa, ampliando il numero delle imprese messe fuori mercato con gravi conseguenze sul piano occupazionale e sulla capacità di assicurare ai consumatori diversi servizi”.

Il settore del commercio, infatti, registra un ridimensionamento di 3.471 unità, decisamente più evidente nell’ingrosso (-3.265) rispetto al dettaglio (-843). Nel commercio in sede fissa si denota uno spiccato calo nel non alimentare (-7.435), mentre un sostanziale equilibrio nell’alimentare (+37). Nei servizi di alloggio e ristorazione il saldo nel 2014 è risultato positivo per oltre 7.800 imprese sulle 410.000 del 2013 (+1,9%). In Italia le imprese del terziario di mercato sono il 54,5% del totale delle imprese, con punte di circa il 60% in Liguria, Lazio e Lombardia.