Così la Lega vuole conquistare il Sud

La Lega è il partito adatto a far breccia nel Sud Italia. Una provocazione? No, è il punto di vista, frutto di uno studio sui territori e di un intenso lavoro politico, espresso ieri nel corso del convegno alla Camera “La Lega e il Sud”. Ad organizzarlo il Centro Studi Machiavelli, che fa capo al sottosegretario agli Esteri, Guglielmo Picchi. La riflessione è che in un Paese come l’Italia, che per definizione è plurale, caratterizzato da identità comunali e territoriali, la Lega offra un’idea politica ad hoc; una sovranità che esalta le differenze dei territori, intesa non come nazionalismo accentratore ma come riavvicinamento delle istituzioni locali ai cittadini, in senso federale e non secessionista.

Colmare il vuoto della sinistra

Ma la Lega nel Mezzogiorno è già una realtà, sancita dai buoni risultati elettorali conquistati alle politiche del 2018 e a quelli eccezionali ottenuti di recente alle regionali di Sardegna, Abruzzo e Molise. Il segreto di questo successo lo ha spiegato l’on. Giuseppe Bellachioma, segretario del Carroccio in Abruzzo: “Abbiamo semplicemente fatto ciò che storicamente avrebbe dovuto fare la sinistra: stare vicini agli operai, alle categorie più deboli, ascoltare la gente” e farsi carico della loro insofferenza. La Lega, dunque, ha colmato un vuoto politico occupato in passato dai partiti progressisti. È così che alle regionali che hanno portato alla vittoria il centrodestra, il partito di Matteo Salvini è arrivato a prendere il 27%. “Ma è solo l’inizio – professa umiltà Bellachioma -, dobbiamo ricordarci l’ascesa e discesa del Pd di Matteo Renzi” e continuare ad evitare di essere “arroganti e presuntuosi”.

La Lega calabrese

Dall’Abruzzo alla Calabria. Da un deputato all’altro. Domenico Furgiuele, segretario regionale della Lega, porta la testimonianza di quella parte del Carroccio meridionale che proviene da un’estrazione politica che lui definisce “nazional-popolare”. Racconta come nel 2014, in pieno tour “Basta Euro”, nacque l’idillio tra la sua comunità politica, fortemente identitaria, e la nuova Lega di Matteo Salvini. Era un periodo in cui il partito aveva il 3,8% in ambito nazionale ed in Calabria, nel 2013, aveva racimolato appena lo 0,22%. Inevitabile che a quel tempo, in cui il termine Lega era ancora associato in modo apparentemente inscindibile a Nord, nel Meridione maturavano enormi perplessità su chi decideva di aderire al Carroccio. Ciò però non dissuase Furgiuele ed il suo gruppo: “Ricordo i primi gazebo, che qualcuno di noi aveva imbarazzo ad aprire nelle strade della Calabria. Ma la tenacia di perorare quella via, che ritenevamo valida, ci ha spinto a perseverare” e ad arrivare oggi fino agli scranni del Parlamento con il 5,87% delle scorse politiche (circa 15mila voti). È così che nella Lega i calabresi hanno trovato una struttura politica solida e degli spunti intorno ai quali sviluppare la propria identità. “Oggi con orgoglio, ad ogni nostro convegno, esibiamo la bandiera regionale calabrese”, afferma Furgiuele.

Arginare l'emigrazione

Chi fiuta il cambiamento in atto nel Sud Italia e lo racconta, col piglio dell’osservatore attento e del raffinato oratore, è Pietrangelo Buttafuoco, secondo cui alle politiche del 2018 è successo un avvenimento storico. “Per la prima volta, nell’Italia repubblicana, l’elettorato non corrisponde più al consenso ai partiti di sistema”, ed è così che è stata spazzata via anche la dicotomia destra-sinistra. L’opinione di Buttafuoco è che il voto ai partiti cosiddetti populisti (Lega e M5s) abbia saldato “un blocco sociale” trasversale, composto da operai e imprenditori, “un’alleanza – osserva – fondata su esigenze concrete e reali”. Ottenuto il consenso, lo scrittore siciliano invita ora ad agire sulle emergenze del Mezzogiorno. “Oltre che di immigrazione – dice – bisogna preoccuparsi di emigrazione, realtà devastante per il Sud, “dove non c’è famiglia che non abbia un componente che se ne va”. Per lui “accanto al Reddito di Cittadinanza, andrebbe fatto il diritto alla cittadinanza al Sud”. E non solo. Buttafuoco chiede infrastrutture per un Meridione che è ancora separato dal Nord su questo aspetto: “Chi mai potrebbe obiettare che si sfora il debito quando si tratta di proteggere la vita dei nostri figli nelle scuole che crollano?”.

Il lavoro in atto

Esigenza, questa manifestata da Buttafuoco, che la Lega è impegnata ad intercettare, come ha raccontato Giuseppina Castiello, sottosegretario al Sud: “Il recupero del gap infrastrutturale tra Nord e Sud è necessario: tutti i governi precedenti hanno abbandonato il Sud all’assistenzialismo”. La Castiello, campana di Afragola, sottolinea che in questo senso “abbiamo fondi regionali e comunitari non spesi”. E poi ha spiegato che “ci stiamo muovendo, nella legge di bilancio, ampliando misure del governo precedente” per sostenere il Sud. E poi ancora, ha evidenziato “l’importanza dei porti del Sud, che vanno valorizzati, con una rete per rendere il traffico di merci più rapido”. La Castiello ha dunque concluso: “Noi leghisti del Sud abbiamo una grande responsabilità, dopo averci messo la faccia”.