“Così coloriamo il cielo con il tricolore”

Un boato in cielo e poi “l'esplosione” dei fumi color verde, bianco e rosso che, come per magia disegnano in cielo la bandiera italiana. Quasi rapiti ci si ferma a guardare gli aerei della Pattuglia acrobatica nazionale, che sfrecciano sopra le nostre teste, si esibiscono in volteggi e manovre che lasciano con il fiato sospeso. Passione, allenamento costante e fiducia nei propri compagni di volo sono elementi imprescindibili in un pilota della Pan. In occasione della Festa della Repubblica, In Terris ha intervistato il Maggiore Gaetano Farina, classe 1979, attuale Capo formazione (Pony 1) delle Frecce Tricolori

A quanti anni è iniziata la sua carriera come pilota? 
“Fin da piccolo, quasi per gioco, sentivo forte la passione per il volo. Nel corso degli anni questo sentimento è diventato sempre più forte decidendo, durante l’ultimo anno di superiori, di partecipare al concorso per accedere ai corsi regolari dell’Accademia Aeronautica. Mi sono laureato in Scienze Politiche e successivamente sono stato inviato presso la scuola Nato di Sheppard (Texas) negli Stati Uniti dove ho conseguito il brevetto di pilota militare”.

Quando e come ha deciso di entrare a far parte della Pan?
“Durante il mio impiego presso il 37° Stormo di Trapani in più di una occasione ho avuto la possibilità di osservare da vicino l’operato delle Frecce Tricolori, scoprendo le dinamiche messe in campo con lo scopo di operare all’interno di un team … così raggiunti i requisiti utili (750 ore di volo su velivolo jet) ho partecipato alla selezione per entrare a far parte della Pattuglia Acrobatica Nazionale”.

Cosa significa far parte di questo team?
“E’ una grande emozione; già essere un pilota dell’Aeronautica militare è per me motivo di orgoglio, essere parte attiva della Pattuglia Acrobatica Nazionale incrementa questo nobile sentimento”.

Che doti deve possedere un pilota per entrare nelle Frecce Tricolori? 
Al pilota delle Frecce Tricolori, oltre ad essere un buon aviatore, qualità peraltro insita in tutti i piloti dell’Aeronautica Militare, è richiesta la capacità di 'fare squadra'. Il volo delle Frecce è un volo a vista, fondato su un consolidato rapporto di fiducia, caratteristica che si costruisce già prima del volo”.

Qual è il suo ruolo nella Pattuglia? Dove si posiziona con il suo aereo quando siete in volo?
“Il mio attuale ruolo è quello del Capo formazione (Pony 1), ho la responsabilità di condurre la formazione durante le varie figure acrobatiche. Via radio impartisco gli ordini scandendo il tempo di tutto il volo. Nella formazione, il mio velivolo è facilmente individuabile in quanto si tratta di quello più avanzato; durante la separazione delle due sezioni sono al comando dei cinque aeroplani detti 'linea davanti'”.

Da aprile fino ad ottobre sarete impegnati in diverse esibizioni e sorvoli, sia in Italia che all'estero. Quanto è impegnativo preparare un evento? 
“Le attività connesse alla stagione acrobatica richiedono un continuo impegno che coinvolge tutta la macchina organizzativa, che parte dal trasferimento fino al conseguente rischieramento. Molteplici sono le attività che orbitano intorno al volo, da quelle operative a quelle prettamente istituzionali senza dimenticare l’organizzazione del supporto. Una macchina oramai collaudata nel corso degli anni alla quale tutto il personale del 313° Gruppo Addestramento Acrobatico, ognuno per la parte di propria competenza, fornisce il competente apporto indispensabile a garantire il successo dell’evento”.

Come nasce l'idea di una nuova manovra acrobatica? In quanto tempo nasce una nuova figura? 
“L’idea nasce all’interno della formazione, per realizzarla è richiesto un sostanzioso sforzo addestrativo. Prima di tutto è necessario individuare la figura da sostituire, per non modificare la durata e soprattutto l’essenza del programma, successivamente se ne progetterà l’esecuzione considerando i relativi tempi destinati al ricongiungimento della formazione. La prova in volo viene eseguita per gradi, dapprima con l’impiego di due velivoli per poi aggiungere i restanti aeroplani”.

Durante alcune esibizioni vi trovate a fianco di altre pattuglie acrobatiche, come sono i rapporti fra i team? C'è rivalità o vi scambiate consigli?
“Con le altre Pattuglie Acrobatiche vi è un ottimo rapporto di amicizia, non c’è assolutamente competizione. In questo clima si concretizza un costruttivo scambio di informazioni e consigli. Durante i mesi invernali, in pieno addestramento, abbiamo l’onore di ricevere visite di membri di altre pattuglie acrobatiche per uno scambio di esperienze riguardanti il volo e la parte di gestione logistica delle manifestazioni”.

Che cosa significa portare il Tricolore in giro per il mondo?
“E’ una grandissima responsabilità: il volo della Pattuglia rappresenta professionalità e la capacità dell’intera Aeronautica Militare in Italia ed il sistema Paese all’estero. Sensazioni che ci inorgogliscono e nel contempo appagano tutto il sacrificio profuso nel costante addestramento”.