Addio a Massimo Bordin, voce di Radio Radicale

E'morto a Roma Massimo Bordin, giornalista e storica voce di Radio Radicale nonché amico dell'ex leader Marco Pannella (che fu anche suo editore). L'annuncio della sua scomparsa è stato dato in diretta durante le trasmissioni dell'emittente radiofonica: “E' davvero con immenso dolore che diamo questa comunicazione che non avremmo mai voluto dare”. Nell'annuncio è stato specificato dal conduttore che Bordin “era malato da tempo e aveva chiesto di poter vivere e lottare contro questa malattia nel massimo riserbo, e noi abbiamo rispettato la sua scelta. Ma non ce l'ha fatta, poco fa siamo stati raggiunti dalla notizia. Ricorderemo il nostro Massimo e lo onoriamo con quel Requiem che tante volte ha preceduto la sua unica e splendida rassegna stampa”. Il giornalista, oltre al suo ruolo di speaker di Radio Radicale, curava anche la rubrica “Bordin Line” sul “Foglio”.

La carriera

Massimo Bordin aveva assunto la direzione di Radio Radicale nel 1991, restando in carica per quasi un ventennio, curando peraltro la rubrica “Stampa e Regime” dedicata ai temi politici della giornata, in onda dal lunedì al venerdì. Le dimissioni arrivarono il 31 luglio 2010 proprio per alcune divergenze con Pannella, restando comunque all'interno del palinsesto dell'emittente. Un impegno andato avanti fino all'1 aprile scorso, curando la rassegna stampa mattutina. Della sua scomparsa ha parlato all'Adnkronos anche l'attuale direttore di Radio Radicale, Alessio Falconio: “Massimo era la voce più importante di Radio radicale. E’ difficile dire quanto mancherà alla radio, quanto mancherà la sua rassegna. Massimo era Radio Radicale e per noi è una perdita incolmabile. Non ci sono parole”.

La Radio in difficoltà

La notizia più triste per l'emittente, arrivata peraltro in un momento già complesso viste le recenti dichiarazioni del sottesegretario all'Editoria, Vito Crimi, sull'intenzione del “Governo, mia e del Mise di non rinnovare la convenzione con Radio Radicale”. Il che, in sostanza, significa che la storica emittente è vicina alla chiusura, dal momento che “ha svolto da 25 anni un servizio senza alcun tipo di gara e valutazione dell'effettivo valore di quel servizio”. Una situazione complessa che, per Radio Radicale, è stata comunque occasione per ricevere un'ampia solidarietà da parte dei vari schieramenti politici.