Inps: 339mila domande per il bonus. Sito in tilt e violata la privacy

Il sito dell'Inps è di nuovo accessibile ma ci sono rallentamenti per aprire i servizi delle prestazioni per coronavirus che da molte postazioni risultano ancora bloccate

sgravi

Sito dell’Inps in ‘tilt’ per le migliaia di domande arrivate per ottenere l’indennità di 600 euro per i lavoratori autonomi e per colpa degli hacker fa sapere il presidente dell’Inps Tridico: “Abbiamo ricevuto nei giorni scorsi, e anche stamattina, violenti attacchi hacker. Questa mattina si sono sommati ai molti accessi – aveva spiegato in mattinata il presidente dell’Inps – e il sito non ha retto. Per questo lo abbiamo sospeso”. “Ovviamente nei giorni scorsi – ha aggiunto – abbiamo informato le autorità di sicurezza nazionale, polizia e ministri vigilanti”

Gli orari di apertura del sito per settori di interesse

Tridico ha fatto sapere che il sito dell’Inps sarà riaperto con orari diversi per chiedere le prestazioni per patronati e consulenti e per i cittadini. “Lo riapriremo dalle 8.00 alle 16.00 per patronati e consulenti e dalle 16.00 per i cittadini”.

Nessun deadline per i buoni di 600

Tridico tuttavia, per quanto riguarda i buoni di 600 euro, ha cercato di tranquillizzare «Non c’è una deadline. Questi fondi continueranno a essere rimpinguati per tutta la durata della crisi. Non c’è nessuno rischio che chi ha diritto a questo bonus perda il diritto per nessun motivo. È un diritto acquisito». Il bonus da 600 euro è riservato a cinque categorie: liberi professionisti e co.co.co; autonomi iscritti alle gestioni speciali; stagionali del turismo; lavoratori agricoli; addetti dello spettacolo. Le domande, aggiunge Tridico, «potranno essere presentate anche nei giorni successivi».

Emergenza coronavirus e attacchi informatici

Il blocco del sito Inps avviene, tra l’altro, ad una settimana di distanza dall’attacco hacker realizzato senza successo all’istituto Spallanzani di Roma. “Potrebbe essere caduto nel mirino di questi sciacalli. Circostanza che andrà valutata con gli accertamenti e con la velocità con cui le autorità competenti si muoveranno, ma è evidente che la procedura è stata messa in piedi in pochissimo tempo e forse non si è avuta la possibilità di testarla a sufficienza e renderla più sicura”: è il parere di Gabriele Faggioli, presidente del Clusit, l’Associazione italiana per la Sicurezza Informatica. “Magari si sono unite diverse circostanze ma appena ho letto dei problemi degli utenti ho pensato ad un bug”.