Weah ha giurato come presidente

Dal campo di calcio a quello della politica ma, quasi in assonanza a quello che fu il suo passato professionale, su un terreno di gioco: l'ex milanista George Weah è ufficialmente il nuovo presidente in carica della Liberia. Il Pallone d'oro 1995 ha infatti prestato giuramento a Monrovia, nel complesso Samuel Kanyon Doe, davanti a decine di migliaia di persone. A investirlo della carica la presidente uscente, nonché Premio Nobel per la Pace, Elle Johnson Sirleaf: il nuovo capo di stato è arrivato nello stadio vestito di bianco, accolto dall'entusiasmo di una folla che lo ha accompagnato a ritmo di applausi durante il suo discorso: “Credo che il mandato travolgente ricevuto dal popolo liberiano sia soprattutto per porre fine alla corruzione nel servizio pubblico – ha detto Weah -. Intendo farlo. E' ora che i funzionari del governo mettano l'interesse della nostra gente al di sopra dei nostri interessi egoistici. E' ora di essere onesti … Non vi prometto soluzioni rapide o miracoli ma tutto il mio impegno andrà in questa direzione”.

Passaggio di consegne

Davanti a Weah, fuoriclasse nel calcio, si snoda quella che, probabilmente, è la sfida più difficile della sua vita: proseguire l'opera di Sirleaf, raccogliendo il pesante testimone dell'ex presidente per affrontare le numerose problematiche che ancora attanagliano il popolo liberiano, martoriato da due differenti guerre civili nell'arco di 14 anni e fra i più colpiti dall'epidemia dell'ebola. In questo quadro di complessa eredità sociale, il tasso di disoccupazione è ancora elevatissimo (circa il 50%) e riguarda in particolar modo la popolazione giovanile. Le premesse che hanno dato il via al mandato dell'ex stella del Milan, a ogni modo, vertono in gran parte sul concetto di democrazia e sul trasferimento dell'impegno civico, intrapreso per il suo Paese già durante la sua carriera agonistica, sul piano politico: significativo, in questo senso, il passaggio di consegne da Sirleaf a Weah il quale, in un certo senso, si propone come prosecutore del processo di rinnovamento civile intrapreso dalla Liberia sotto la presidenza del Premio Nobel.

La fiducia

Era dal 1944 che non si verificava una transizione fra presidenti democraticamente eletti: starà ora a Weah convogliare i suoi sforzi per risollevare le sorti di un popolo che, in assonanza al suo vertiginoso tasso di disoccupazione, si attesta al 177esimo posto nell’Indice di sviluppo umano del Programma di sviluppo delle Nazioni unite, su un elenco di 188 Paesi. Sintomo di una nazione che risente ancora fortemente dei postumi dei due conflitti civili e che, nella figura di Weah, ha riposto la fiducia di un'intera generazione per la quale era divenuto, all'epoca delle sue imprese calcistiche, un simbolo del tentativo di riscatto dell'intera Africa.