Via al recupero, in 4 già in salvo

Iprimi quattro ragazzi sono già in salvo: hanno raggiunto l'uscita della grotta e sono partiti in ambulanza per l'ospedale, altri sono al campo base. Arrivano notizie dei primi salvataggi effettuati nella grotta del Tham Luang, dove 12 ragazzi con il loro coach si trovano intrappolati ormai da giorni. L'arrivo delle prime piogge su Mae Sai, dove si trova la grotta thailandese, ha costretto i soccorritori a rompere gli indugi e avviare le prime operazioni di recupero dei 13, bloccati dall'allagamento del sistema di cunicoli: quando in Italia erano da poco passate le 5 del mattino e in Thailandia erano le 10, il primo dei ragazzi è partito assieme ai sub, per affrontare il difficilissimo percorso semisommerso che, da Pattalaya Beach, conduce all'uscita della grotta. Molte ore di cammino, in gran parte sott'acqua, tra anfratti rocciosi, diaframmi di roccia viva e strettoie anguste, che sarebbe complicato anche per sommozzatori esperti. Il governatore Narongsak Osatanakorn ha assicurato che i giovani sono assolutamente “forti e determinati” e che le loro condizioni fisiche sono ormai adatte per affrontare questa sfida per rivedere le loro famiglie anche se, nelle ultime ore, in 4 avrebbero iniziato ad accusare alcuni problemi dovuti alla mancanza di ossigeno. Le operazioni sono ora interrotte, con quattro fuori dalla grotta e “tutti in buone condizioni di salute”. Gli altri verranno recuperati domani (durante la notte italiana): “Dobbiamo preparare le forniture d'ossigeno – ha detto il governatore -, consumate quasi tutte in questa prima operazione salvataggio e assicurarci che le condizioni rimangano stabili per poter cominciare il salvataggio degli altri ragazzi”.

Operazioni accelerate

Due i sub che si immergeranno assieme a ognuna delle 12 persone: la squadra di soccorso sarà composta da un pool di 13 divers stranieri e cinque Navy Seal thailandesi, per un totale di una novantina di uomini una squadra che è considerata la migliore al mondo in fatto di immersioni. In tutto, le operazioni potrebbero richiedere un paio di giorni, se tutto filasse come previsto. La zona è stata interamente transennata, i giornalisti allontanati per permettere ai soccorritori di lavorare in tutta tranquillità e sicurezza. Le nuvole che incombono su Mae Sai hanno convinto le squadre d'intervento che di tempo ne fosse rimasto poco e che, considerando il rischio di nuovi allagamenti, andasse tentato il tutto per tutto, viste anche le discrete condizioni fisiche dei ragazzi. La prima parte del percorso è la più complessa: 500 metri (che separano la grotta dalla base dei sommozzatori) di anfratti, quasi del tutto sommersi da acqua e fango.

Le famiglie al coach: “Non siamo arrabbiati con te”

Nel frattempo sono arrivate le risposte delle famiglie all'allenatore che, nella giornata di ieri, aveva implorato il loro perdono per aver portato i ragazzi nelle grotte non prevedendo il rischio delle piogge: “Per favore, non ti colpevolizzare – scrive una mamma, riportata dal 'Guardian' -. Non siamo affatto arrabbiati con te. Abbi cura di te stesso. Non dimenticare di riscaldarti con coperte perché il tempo è freddo. Uscirai presto”. L'allenatore, come riportato dai media sul posto, non si muoverà di lì finché tutti i suoi ragazzi non saranno partiti verso la salvezza.