Tunisia domenica al voto, alto il rischio astensionismo

La Tunisia alla vigilia di due appuntamenti cruciali: le elezioni legislative del 26 ottobre e quelle presidenziali del 23 novembre. Il Paese nord africano è l’unico in cui la Primavera araba ha prodotto risultati tangibili: l’approvazione della nuova Costituzione, una delle più avanzate dell’area in termini di diritti individuali, ha rappresentato un passaggio fondamentale del processo di democratizzazione in corso.

A due giorni dalla data delle politiche di domenica prossima, uno dei fattori che preoccupa maggiormente i responsabili dei partiti politici è il forte rischio di astensionismo da parte dei cittadini, disorientati da un numero impressionante di liste e candidati. La campagna elettorale, nel frattempo, è diventato un vero e proprio scontro a due fra i partiti più importanti del Paese, quello di ispirazione islamica Ennhadha e il modernista Nidaa Tounes: malgrado la frammentarietà, il bipolarismo ha caratterizzato tutto il periodo pre elettorale.

Non sarà di nuovo premier Mehdi Joma: il capo del governo tunisino ha ribadito il suo no, riguardo alla possibilità dell’accettazione di un nuovo incarico, confermando la natura tecnica del suo esecutivo. E’ stato lo stesso Joma a dirlo, nel corso di un’intervista a France 24. Il premier ha dichiarato che lascerà il suo incarico al più tardi nel mese di febbraio dell’anno prossimo, una volta terminati tutti gli adempimenti conseguenti ai risultati del processo elettorale.