Tregua debole, ritirata delle truppe di Kiev da Debaltsevo

Sembra sempre più fragile la tregua e l’ordine di cessate il fuoco stilato da Russia, Ucraina, Francia e Germania lo scorso 12 febbraio, dopo le lunghe trattative diplomatiche. Infatti per due giorni il nodo fondamentale della citta di Debaltseve è rimasta per due giorni sotto le bombe dei separatisti, che avevano dichiarato di continuare i combattimenti nella zona perché la città non era stata inclusa nel piano di pace. Ma da Bruxelles piovono accuse di violazione degli accordi di Minsk, infatti l’Unione Europea ha denunciato che La presa della città di Debaltseve in Ucraina orientale da parte dei separatisti filo-russi è una “chiara violazione del cessate il fuoco”, e ordina di fermare tutte le azioni militari. A riguardo Federica Mogherini, capo della diplomazia europea, in un comunicato punta il dito contro i separatisti, che “dovrebbero immediatamente e pienamente attuare gli impegni assunti a Minsk”.

Nel frattempo i soldati ucraini hanno iniziato a ritirarsi da Debaltseve, circondata dalle milizie filorusse. I militari dicono di aver ricevuto ‘ordine per il ritiro dal comandante alle 6.00 e si stanno dirigendo verso Artemivsk a 40km dalla zona. Nella città, aggiungono, rimangono ancora alcune unità delle forze ucraine e anche civili, denunciando che il bombardamento della città da parte delle forze ribelli continua e non c’è un corridoio sicuro per l’uscita delle truppe e dei civili. Di altro avviso i separatisti, secondo i quali quella di Kiev appare come una resa: “Stanno deponendo spontaneamente le armi e lasciando la città tramite un corridoio aperto dagli stessi ribelli”. Secondo l’agenzia di stampa Dan, vicina ai filorussi, “il ritiro delle truppe sta avvenendo in maniera pianificata e organizzata”. “Un migliaio si è già arreso e altri lo stanno facendo, poiché abbiamo detto loro che se lo fanno e depongono le armi potranno lasciare la zona”, ha detto Eduard Basurin, ministro della Difesa dell’autoproclamata repubblica popolare di Donetsk.

La conferma è arrivata dal presidente Poroshenko, volato oggi al fronte, che comunica che l’80% dell’esercito ucraino a Debaltsevo si è ritirato dalla città. “I soldati – ha spiegato – hanno lasciato la zona in modo ordinato, con tutti i loro armamenti, carri armati, blindati, pezzi d’artiglieria e veicoli da trasporto”. In precedenza il governo ucraino aveva smentito l’abbandono delle sue truppe nell’importante snodo ferroviario nell’est del Paese. Contemporaneamente, i separatisti filorussi hanno cominciato a ritirare le armi pesanti dalle aree tranquille nel Donbass, come prevedono gli accordi di Minsk, a riferirlo sono fonti del ministero della difesa dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, citate dall’agenzia locale dei ribelli Dan-news.