Oggi i funerali della piccola Nicole. Lorenzin: “Pronti a intervenire”

La sanità italiana è ancora scossa della morte della piccola Nicole, deceduta poche ore dopo la nascita per una crisi respiratoria e vedendosi negato il ricovero da parte degli ospedali di Catania. Oggi si svolgeranno i funerali della piccola mentre ieri il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha riferito in Parlamento sulla vicenda, dopo aver esaminato gli atti dell’ispezione. I documenti evidenzierebbero, secondo l’esponente del governo, “l’assenza di un’efficace sistema di governance per la sicurezza dei punti nascita e la mancata attuazione nella provincia di Catania del protocollo relativo al trasporto neonatale in emergenza. Con riferimento alla casa di cura Gibiino – ha spiegato – è stata registrata la scarsa capacità anche a causa di un’inadeguata formazione del personale sanitario di procedere nell’immediatezza alla stabilizzazione del neonato al fine di un successivo trasferimento presso un’unità di terapia intensiva. Vi sono stati anche gravi disfunzioni nei processi di comunicazione per i punti nascita del 118”.

I posti letto nelle unità di terapia intensiva di neonatologia in Sicilia sono 114, numero superiore a quello fissato a livello nazionale che è pari a 80, ha aggiunto la Lorenzin. “Perché allora la piccola Nicole la notte del 12 febbraio non ha trovato un posto disponibile? ” si è chiesta. La risposta starebbe nella parola “appropriatezza”. “Non è di per sé solo importante il numero dei posti letto nelle Utin – ha spiegato – ma l’utilizzo appropriato degli stessi e il funzionamento della rete dell’urgenza neonatale di primo e di secondo livello”. Dalle prime verifiche effettuate dalla task force ministeriale sarebbe emerso che “nell’Utin di Siracusa era presente una culla aggiuntiva con un neonato che era stato spostato lì dall’unità operativa di patologia neonatale, saturo a causa di un’epidemia di bronchiolite. Sarà cura dei miei uffici verificare – ha assicurato – inoltre, attraverso un analitico esame delle cartelle cliniche di tutti i neonati ricoverati presso le Utin di Catania, l’appropriatezza dell’utilizzo dei relativi posti letto”.

“Rimanendo sempre sul tema delle disfunzioni organizzative, dall’ispezione effettuata” sarebbe emerso, inoltre, che “i punti nascita di primo livello nella regione Sicilia non risultano in grado di fronteggiare quelle situazioni di emergenza che sono tali da imporre il trasferimento del neonato in una struttura di secondo livello”. Conseguentemente, per la Lorenzin, “si crea una situazione paradossale per cui le strutture di secondo livello vengono in parte a gestire, in modo del tutto inappropriato, le emergenze che dovrebbero invece essere affrontate già nelle strutture di primo livello”. Su queste criticità il ministero svolgerà un doveroso approfondimento “ai fini dell’individuazione delle iniziative che dovranno essere avviate al più presto a livello regionale ovvero in via sostitutiva dal mio Dicastero”. Infine la task force avrebbe “registrato gravi disfunzioni nei processi di comunicazione tra i punti nascita e il 118: questo è un altro aspetto estremamente grave, che è la risultanza anche delle registrazioni telefoniche che abbiamo. Dette disfunzioni sono state rilevate dalla task force ministeriale attraverso il semplice ascolto delle registrazioni e delle conversazioni telefoniche intercorse tra le strutture sanitarie e la centrale operativa del 118 di Catania”. Rispondendo a una precisa domanda, durante la trasmissione I fatti Vostri su Raidue il ministro ha detto di essere pronta “a intervenire se la Regione non dovesse far applicare i decreti”.