Stampa sotto attacco: arrestato in Turchia il direttore del sito di Cuhuriyet

Nuovi arresti di giornalisti in Turchia. La ha fermato stamani Oguz Guven, direttore del sito di Cumhuriyet, giornale di opposizione laica al presidente Recep Tayyip Erdogan. Lo ha annunciato lo stesso reporter con un tweet.

Secondo Anadolu, il mandato d’arresto è stato emesso per un articolo sulla morte sospetta nei giorni scorsi in un incidente d’auto del magistrato Mustafa Alper, che avviò la prima indagine contro la presunta rete golpista di Gulen dopo il fallito putsch del 15 luglio scorso. Da oltre 6 mesi, altri 12 giornalisti e amministratori di Cumhuriyet sono in carcere, tra cui il direttore Murat Sabuncu. L’ex direttore Can Dundar, già arrestato in passato e tuttora ricercato, è riparato in Germania.

Nella stessa giornata la procura di Istanbul ha emesso un mandato di cattura per 102 operatori della Borsa locale, accusati di legami con i gulenisti. Un’operazione di polizia è stata condotta all’alba in 6 quartieri della metropoli sul Bosforo, portando all’arresto di almeno 57 dei sospetti. Parallelamente, un’altra operazione della guardia di finanza turca, tuttora in corso, ha portato ad altri 57 fermi in diverse città.

Il tutto avviene a poche ore dall’annuncio di una rinnovata collaborazione tra Consiglio d’Europa e Turchia. Il risultato è stato raggiunto durante una riunione tra il segretario generale dell’organizzazione paneuropea Thorbjorn Jaglande il ministro turco per gli affari Ue, Omar Celik. “Dopo il referendum costituzionale tenutosi in Turchia il clima è migliorato e ora possiamo procedere verso risultati concreti” ha affermato Jagland, che ritiene la visita del ministro “un segnale molto positivo” che mostra un nuovo rafforzamento dei rapporti tra il Consiglio d’Europa e la Turchia. Ora l’organizzazione si aspetta anche che “la commissione che è stata creata per valutare gli appelli di quanti sono stati licenziati dopo il tentato golpe inizi a lavorare e che lo faccia sulla base della giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani“.

Inoltre il Consiglio d’Europa chiede che “la Corte Costituzionale inizi a decidere sui ricorsi arrivati dopo il tentato colpo di Stato, in particolare su quelli di giornalisti e parlamentari“. Per quanto riguarda invece le critiche avanzate da Ankara alle decisioni e raccomandazioni degli organi del Consiglio d’Europa, come quella dell’assemblea parlamentare di riaprire il pieno monitoraggio del Paese, il segretario generale afferma che “la Turchia presta attenzione a quanto è detto dai vari organi dell’istituzione e che l’importante è guardare al follow up dato alle raccomandazioni e decisioni”.