Camper bruciato a Centocelle, caccia al killer: si cerca un pregiudicato nei campi rom

E’ caccia aperta, nei campi rom della Capitale, al sospetto responsabile del terribile incendio appiccato al camper della famiglia Halilovic, nel quale hanno trovato la morte tre sorelle di etnia rom, Elisabeth, Angelica e Francesca. Si tratterebbe di un pregiudicato di trent’anni, immortalato dai filmati delle videocamere di sorveglianza, nel quale appare incappucciato e intento a lanciare la bottiglia molotov contro il mezzo. Secondo quanto riportato, però, a compiere la spedizione punitiva contro gli Halilovic sarebbe stato un commando di almeno tre persone. L’ipotesi più seguita resta quella della vendetta, in relazione a faide interne tra le più influenti famiglie rom della Capitale.

Il delitto

Le Forze dell’ordine starebbero setacciando alcuni campi rom della Capitale alla ricerca della persona identificata come colui che ha lanciato il liquido infiammabile sul mezzo in Viale della Primavera. Esclusa la pista razziale, le indagini hanno battuto per la maggior parte la pista dell’atto vendicativo. Un’ipotesi che, fin dall’inizio, si è rivelata un’importante strada da seguire. Gli Halilovic, di origine bosniaca, in quel parcheggio di Viale della Primavera ci si erano rifugiati dopo aver vissuto in diversi noti campi rom della Capitale, in particolare a Via Salviati, a Tor Sapienza. Lo stesso campo che, pur ricorrente nelle cronache locali, era salito alla ribalta nazionale solo nel dicembre scorso, quando nei suoi pressi la studentessa Zhang Yao venne investita e uccisa da un treno mentre rincorreva i suoi scippatori.

Mattarella: “Crimine orrendo”

Finora non c’è stata una conferma ufficiale ma l’ipotesi circolante, immediatamente avanzata da alcuni membri della famiglia, è che la vendetta messa in atto nei confronti della famiglia sia legata in qualche modo alla morte della studentessa cinese, o meglio, all’arresto di coloro che l’avevano rapinata. Pur in assenza di elementi che possano provare tale regolamento di conti, il rogo a scopo vendicativo resta a questo punto la pista privilegiata: l’identità dell’aggressore sarebbe stata definita grazie ai filmati acquisiti dalla telecamera posta sulle mura del centro commerciale “Primavera”, nel quale si vedrebbe una persona intenta a lanciare una bottiglia incendiaria in direzione del camper. Sul posto, nella giornata di ieri, si era recata anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi, accompagnata dal presidente del Municipio V, Giovanni Boccuzzi. In giornata, era giunto il commento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale ha condannato il delitto definendolo “un crimine orrendo. Quando si arriva a uccidere i bambini si è al di sotto del genere umano”. In seguito, è arrivato il cordoglio di numerosi esponenti politici e anche di Papa Francesco.

La “questione rom”

L’incendio al camper della famiglia Halilovic, a ogni modo, ha riacceso i riflettori dell’opinione pubblica su una questione spinosa vissuta quotidianamente nella periferia romana, ossia il rapporto fra cittadinanza e i nomadi alloggiati nei vari campi, che non è mai stato semplice. La strage di Viale della Primavera ha scosso gli abitanti di Centocelle, i primi a condannare quanto accaduto, ma la situazione generale del quartiere, come di altri del Municipio V e non solo, cammina sul filo della tensione. La questione è sempre la stessa: una convivenza difficile, fatta di dispute sui rifiuti, sui ripetuti furti, sul degrado delle baraccopoli. Ma il grave episodio che ha portato alla morte delle tre sorelle ha invitato certamente a una riflessione che, in un modo o nell’altro, ha coinvolto tutti gli abitanti del luogo. Il primo è stato Nicola, il cittadino 66enne che, qualche ora dopo il delitto, ha lasciato tre rose rosse sul luogo dell’incendio, accompagnato da un biglietto: “Carissime amiche, mi sento in colpa pure io. Che Dio vi sia vicino”. D’altronde, al di là della questione rom, il quartiere di Centocelle come molti della periferia orientale di Roma, vive una condizione di degrado costante che, a ben vedere, si delinea su aspetti molteplici che, certamente, non possono essere ricondotti a una sola categoria di persone.