Pakistan, pastore cristiano ucciso in carcere

[cml_media_alt id='7276']zafar bhatti 375_cr_300[/cml_media_alt]Il Pastore cristiano Zafar Bhatti, in prigione da due anni con l’accusa di blasfemia, è stato ucciso da un poliziotto nel carcere di Rawalpindi, in Pakistan. L’uomo era sotto processo dopo che un leader islamico lo aveva accusato, nel 2012, di inviare SMS offensivi verso la madre del profeta Maometto. Ma secondo la famiglia qualcuno avrebbe cercato di incastrarlo usando il suo telefono. Bhatti avrebbe dovuto presentarsi davanti al tribunale di primo grado il 26 settembre, i suoi avvocati erano fiduciosi per il rilascio.

Secondo il “Centro per la ricerca e gli studi sulla sicurezza”, think-tank con sede a Islamabad, negli ultimi anni le accuse di blasfemia sono aumentate in modo esponenziale (un caso nel 2001, 80 nel 2011). La legge viene sempre più utilizzata per regolamenti di conti in dispute private, che nulla hanno a che vedere con la religione. Gli accusati sono spesso a rischio di linciaggio, mentre avvocati e giudici spesso rifiutano di aver a che fare con tali casi. Per questo i periodi carcerazione degli accusati si prolungano per anni. Secondo cifre ufficiali, almeno 48 persone accusate di blasfemia sono state vittime di uccisioni extragiudiziali. Tra i più recenti, il professore di studi islamici di Karachi, Muhammad Shakil Auj, e l’avvocato musulmano di Multan, Rashid Rehman.