NUCLEARE IN IRAN: L’ACCORDO E’ SEMPRE PIU’ VICINO

Il negoziato in Svizzera sul programma nucleare iraniano è arrivato a un punto critico per i Paesi del 5+1 con l’Iran, inizia il conto alla rovescia per firmare un’intesa entro domani, come impongono gli accordi provvisori. L’Iran, da parte sua si augura che arrivi subito la fine delle sanzioni, e di conseguenza di un’inflazione reale che ha raggiunto anche il 40%. La linea ufficiale che sta seguendo è quella espressa dall’agenzia governativa Irna, che assicura che il Paese non cederà sui propri principi e non ha cambiato posizione, come farebbero intendere “media occidentali”. Ali Akbar Velayati, consigliere della Guida suprema Ali Khamenei, e autorevole voce del fronte conservatore, aveva detto ieri che “se noi facciamo un passo indietro, gli americani parleranno di altre questioni, come i missili, i diritti umani e la libertà per i Bahi”. Il punto focale rimane dunque quello delle sanzioni e della velocità della revoca, che gli Usa vorrebbero di durata di 11-15 anni e l’Iran di 10.

Il ministro degli esteri russo, Lavrov, ieri assicurava che c’è “la generale volontà di raggiungere una soluzione”, ed è tornato in Russia. Ma oggi l’annuncio che nel pomeriggio sarà a Losanna perché sembra ci sia una reale possibilità di concretizzare l’accordo, anche se le chanche non sono “al 100%, sono del tutto realizzabili se nessuno dei partecipanti aumenterà la posta in gioco all’ultimo minuto. La portavoce del Dipartimento di Stato Usa Marie Harf ieri aveva quantificato invece nel 50% le possibilità di arrivare a una firma. Ma da Losanna, il segretario di Stato John Kerry aveva poi precisato che “sono stati fatti dei progressi, ma restano ancora alcuni temi complicati”, anche se il ritorno del capo della diplomazia russa fa ben sperare.

Infatti i punti d’accordo non mancano, come il numero delle centrifughe per l’arricchimento dell’uranio che Teheran potrà utilizzare. Circa 6.000, oltre le 10mila di cui dipone. Un’intesa ci sarebbe anche sul futuro degli impianti nucleari iraniani. Incertezze sul trasferimento del combustibile, se il vice ministro degli esteri Abbas Araqchi ha detto che “l’esportazione di scorte di uranio arricchito non è nel nostro programma e non intendiamo inviarle all’estero”, poco prima sembrava che il paese di destinazione fosse la Russia. Meno ottimista appare l’ambasciatore francese Gerard Araud, il quale afferma che “rimangono da risolvere problemi davvero sostanziali”. La Casa Bianca però ci tiene a sottolineare che non arretrerà, perché il presidente Obama non accetterà un “cattivo accordo”.

Il premier israeliano Netanyahu non ne sembra però convinto, e ieri ha di nuovo affermato che la possibile intesa di Losanna sul nucleare manda un messaggio “che non c’è prezzo da pagare per l’aggressione, anzi, l’Iran guadagna un premio per la sua aggressione”. Ha continuato poi sostenendo che Israele non “chiuderà i suoi occhi e continuerò ad agire contro ogni minaccia.